Metro D Roma, intesa sul nuovo tracciato Eur-Torrino-Roma70, ma i conti non tornano: “Servono 10 miliardi, il Comune ne ha stanziati solo 1,5”

Il puzzle della quarta metropolitana di Roma comincia finalmente a comporsi, tra giochi politici, aggiustamenti tecnici e una promessa: portare la metro nei quartieri abbandonati da sempre. Dopo anni di attese e rinvii, è arrivata un’intesa bipartisan sul nuovo tracciato della linea D, destinata a collegare l’area Nomentana all’Eur, passando per il centro storico, Trastevere, Marconi e Magliana, per poi piegare verso Roma70. Ma non è tutto: si lavora anche a un potenziamento della linea B per servire zone cruciali come Spinaceto, Torrino, Mostacciano e Tor de’ Cenci.
Linea D, accordo politico sul nuovo percorso
Dopo una lunga impasse durata oltre 15 anni, il progetto della metro D torna sul tavolo con basi più concrete. Le ultime riunioni tecniche e politiche, come rivela Il Messaggero, hanno portato a una svolta, visto che pare sembra essere arrivati finalmente all’accordo. Dal piazzale dell’Agricoltura la linea piegherà verso via del Tintoretto fino a raggiungere Roma70, dove sorgerà anche il deposito officina. Un tracciato più corto rispetto all’idea iniziale, che permetterà di abbattere i costi, ridurre il numero di treni necessari e accelerare i tempi.

La razionalizzazione è drastica: da un progetto lungo oltre 30 chilometri con 30 stazioni, si scende a un tracciato più snello e sostenibile. Il taglio fa scendere anche il fabbisogno di convogli: si passa da un massimo di 84 treni a 75, con un risparmio stimato tra i 56 e i 72 milioni di euro solo sulla voce “materiale rotabile”.
La metro B si sdoppia: nuove fermate verso Ardeatina e Spinaceto
A cambiare volto sarà anche la linea B, destinata a estendersi con due nuove direttrici. La prima partirà dal capolinea Laurentina per raggiungere Fonte Meravigliosa, Cecchignola Sud, Tor Pagnotta e Ardeatina GRA, dove è previsto un deposito ausiliario. Un prolungamento da 1,5-2 miliardi di euro che attraverserà aree in forte espansione.
La seconda ipotesi – che andrà a portare un ulteriore forte impatto sul trasporto urbano e sul traffico, soprattutto di via Pontina e via Cristoforo Colombo all’altezza dell’Eur – riguarda una diramazione da viale America, vicino a EUR Palasport, verso Torrino Nord, Torrino Sud, piazza Cina, Mezzocammino, Eroi di Cefalonia ed Eroi di Rodi. Il tutto sfruttando in parte il tracciato della vecchia Roma-Lido. L’idea è di costruire una linea “parallela” o integrata, ma sempre connessa alla B, in grado di coprire un bacino enorme attualmente sprovvisto di trasporto su ferro.
L’ombra dell’alibi: e se la Metro D venisse accorciata?
Dietro questo nuovo assetto si insinua anche un dubbio: che i prolungamenti e le diramazioni della metro B possano diventare l’alibi perfetto per accorciare la metro D e lasciarla zoppa. Una sorta di “specchietto per le allodole”, per sedare il malcontento dei quartieri rimasti fuori, rimandando tutto – forse – a data da destinarsi.
L’opposizione di FdI: “Progetti interessanti… ma irrealizzabili”
Non tutti applaudono. Giovanni Quarzo e Federico Rocca di Fratelli d’Italia lanciano un avvertimento polemico: “Valuteremo i progetti con grande attenzione, ma non sulla base di annunci a mezzo stampa. È prematuro parlare di accordi bipartisan, soprattutto se il costo stimato è di 10 miliardi di euro mentre Roma Capitale ne metterebbe solo 1,5. Progettano opere che non sono in grado di finanziare e, guardacaso, sarà facile immaginare a chi chiederanno il resto dei soldi. Quando gli assessori Patanè e Veloccia vorranno confrontarsi sul serio, i gruppi capitolini saranno pronti”.
Una rete… ancora su carta
Il resto della linea D – il cuore del progetto – è già abbozzato: da Montesacro (Ojetti), per poi toccare Talenti, Adriatico, Jonio, Fidene, Villa Chigi, Nemorense (capolinea temporaneo). Quindi si proseguirà verso Flaminio, Spagna o Barberini (tre le ipotesi di scambio con la metro A), poi Venezia per incrociare la metro C, infine Trastevere, Fermi, Forlanini, San Camillo e di nuovo Magliana e infine Roma70. Se realizzata per intero, cambierebbe il volto del trasporto pubblico romano. Per ora, però, rimane tutto tracciato su un foglio, tra promesse roboanti e (troppi) dubbi sui reali fondi disponibili.