Metromare, guerra sul parcheggio di Acilia Sud: “Mette a rischio il Boschetto per pochi posti auto”

protesta boschetto Acilia

Un parcheggio che vale meno di cento posti auto rischia di cancellare decine di alberi storici e accendere un conflitto che va ben oltre la mobilità. È la nuova stazione Acilia Sud-Dragona a diventare teatro di scontro tra Municipio X, che difende il progetto del parcheggio “P2”, e i comitati cittadini, che invece lo considerano un intervento dannoso, inutile e fuori dal tempo.

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Il boschetto della discordia

Il piano comunale prevede l’abbattimento di una parte consistente del bosco di Palocco, un’area verde che da anni rappresenta un polmone naturale per il quartiere. In cambio, meno di cento posti auto. Per i residenti, un sacrificio inaccettabile: “Si vuole cancellare un’area vitale per il quartiere – denunciano i pendolari – quando basterebbe utilizzare alternative già individuate”.

comitati ricordano che il Comune di Roma nel 2021 aveva acquistato un terreno di oltre un ettaro a 230 metri dalla stazione, destinato proprio a parcheggio di scambio e terminal bus. Nel 2022, lo stesso Municipio X aveva votato all’unanimità quella scelta nell’ambito del PUMS. Oggi, invece, quell’opzione sembra scomparsa dal radar. WWF, Legambiente e Italia Nostra hanno sposato la battaglia dei cittadini: “Esistono tre soluzioni capaci di offrire più posti auto senza abbattere un solo albero”.

I comitati sul piede di guerra

Dal 9 settembre i residenti hanno chiesto un confronto diretto con l’assessora ai Lavori pubblici Ornella Segnalini e con il presidente del Municipio Mario Falconi, ma nessuno ha ancora risposto. Nel frattempo, il malumore cresce. La protesta non riguarda solo il parcheggio: si intreccia con i disagi cronici del Metromare, tra corse soppresse, treni insufficienti e ritardi quotidiani.

“Non vogliamo fermare lo sviluppo della stazione di Acilia Sud, ma chiediamo soluzioni sostenibili”, ribadiscono i comitati. Se il dialogo non si aprirà, avvisano, sarà inevitabile una mobilitazione. Il rischio è che una stazione pensata per migliorare la vita dei cittadini diventi invece il simbolo di un conflitto irrisolto.

Tra calvari e promesse mancate

All’assemblea del 20 settembre si è discusso anche del ponte ciclopedonale verso Dragona, firmato in contemporanea alle proteste. I comitati temono però nuovi ritardi: gli ascensori del ponte di Ostia Antica sono ancora fermi, e i lavori stimati in 14 mesi potrebbero trascinarsi molto più a lungo.

Sul fronte del servizio ferroviario, nulla cambia. Nonostante il rebranding in Metromare e il passaggio da Atac a Cotral e Astral, la linea continua a scontare tagli, frequenze ridotte e carenza di mezzi. “Faccio la guerra con i soldati che ho” ha ammesso il direttore generale di Cotral Enrico Dolfi, che ha promesso assunzioni e nuovi treni ma con orizzonti che guardano al 2027. Nel frattempo, metà delle corse straordinarie risultano saltate, secondo i dati raccolti dai pendolari. Solidarietà ai comitati è arrivata da CGIL e consiglieri di opposizione, mentre la maggioranza municipale ha preferito restare in silenzio.