Metromare, la replica dei macchinisti: «Sì ai problemi, no alle strumentalizzazioni. Nessun esposto all’Ansfisa»

La metro di Ostia Metromare

Dopo le denunce anonime sullo stato della Metromare, con freni guasti e sistemi in tilt, arriva la presa di posizione ufficiale da chi ogni giorno guida quei treni che collegano la Capitale a Ostiamacchinisti e capitreno della Roma-Lido alzano la voce e si dissociano pubblicamente. Nessun esposto all’Ansfisa, nessuna fuga solitaria. Le criticità ci sono, dicono, ma vengono affrontate attraverso i canali sindacali, in modo trasparente. E respingono con forza qualsiasi strumentalizzazione che metta in mezzo – a loro dire senza fondamento – il personale operativo della linea.

“Nessuno di noi ha firmato un esposto”

A scriverlo nero su bianco è un gruppo di capitreno e macchinisti in una lettera inviata alla redazione. Il tono è netto: «Nessuno dei lavoratori da noi rappresentati ha presentato alcun esposto all’Ansfisa. Le segnalazioni su disservizi e problemi tecnici – che pure esistono – vengono inoltrate come sempre tramite le vie ufficiali, attraverso fonogrammi sindacali rivolti ai dirigenti competenti».

Nel mirino della smentita anche l’uso, definito «strumentale», della categoria ferroviaria in un racconto che, secondo loro, fuorvia l’opinione pubblica e rischia di generare tensioni inutili.

“Dolfi è stato una svolta, altro che assente”

Non solo: i lavoratori prendono le distanze anche dalle critiche rivolte al nuovo direttore generale di Cotral, l’ingegner Alessandro Dolfi, definito al contrario «una figura presente e costruttiva», che sin dal primo giorno – sottolineano – ha cercato il dialogo sia con gli utenti che con i dipendenti.

Una precisazione tutt’altro che marginale, che rivela una frattura interna al racconto sulla Metromare: da una parte le voci anonime che parlano di un sistema al collasso e di dirigenti assenti, dall’altra chi ogni giorno lavora in divisa e difende la propria posizione con nome e ruolo.

“Siamo qui per far viaggiare la gente, non per fare polemica”

Chiudono con un avvertimento: «Diffidiamo formalmente dall’utilizzare ancora il nostro nome, ruolo o immagine per finalità polemiche o politiche che non ci appartengono». E avvisano che, in caso di nuove pubblicazioni scorrette, si muoveranno per vie legali.

Il messaggio che vogliono far passare è chiaro: i problemi ci sono e si segnalano, ma dentro l’azienda c’è anche chi continua a lavorare per risolverli, senza clamori, senza scorciatoie e senza cercare visibilità a tutti i costi. “Vogliamo garantire il miglior servizio possibile, sempre nel rispetto della sicurezza e della verità dei fatti”.