Metsola: “Via l’immunità per Cozzolino”. Quando l’europarlamentare Pd tuonava contro Lega e la destra (video)

Cozzolino, Panzeri

Ora l’europarlamentare dem Andrea Cozzolino, già sospeso dal suo partito e dal gruppo del Psoe, rischia grosso. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha avviato una procedura d’urgenza per la revoca dell’immunità di due membri del Parlamento europeo, a seguito di una richiesta delle autorità giudiziarie belghe nell’ambito del Qatargate. I primi passi procedurali sono stati compiuti, secondo il sito dell’Europarlamento, e la presidente annuncerà la richiesta in plenaria alla prima occasione possibile il 16 gennaio. La richiesta sarà quindi trasmessa alla commissione giuridica (JURI) per una proposta di decisione. La procedura dovrebbe riguardare l’italiano Andrea Cozzolino e il belga Marc Tarabella. Mentre al momento sarebbe in sospeso la posizione di un’altra belga di origine italiana, Maria Arena.

Cozzolino tuonava contro la Lega

“Vogliamo sapere se è stato #Putin a far cadere il Governo #Draghi, sarebbe gravissimo. Le rivelazioni uscite oggi su La Stampa sui legami tra #Salvini e la #Russia sono inquietanti. Salvini non smentisce nulla, noi chiediamo la verità, in Parlamento”. Questo il tweet del luglio scorso scritto da Enrico Letta e prontamente ritwittato da Cozzolino. Invece, secondo la magistratura belga, l’esperto di fondi neri dall’estero pare sia lui. 

Tra le tre persone sottoposte ad arresto cautelare c’è Francesco Giorgi, che lavorava come suo assistente. Cozzolino si era detto “fortemente turbato” dalla vicenda e “profondamente indignato per le vicende giudiziarie che apprendo dalla stampa e che minano fortemente la credibilità delle Istituzioni europee”.

“Personalmente – aveva aggiunto – sono del tutto estraneo alle indagini: non sono indagato, non sono stato interrogato, non ho subito perquisizioni né, tantomeno, sono stati apposti sigilli al mio ufficio. Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede. Non ho mai incontrato persone vicine ad agenzie o servizi di sicurezza, né tanto meno ho mai perseguito interessi, vantaggi o utilità personali nella mia vita politica”.

“È una roba scandalosa, se confermata è vergognosa, da voltastomaco. Dobbiamo rimettere al centro la questione morale”, ha commentato il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd.