Minacce a Valditara e Salvini, è il solito strabismo della sinistra: non vede l’odio rosso

Valditara, Salvini

Per la sinistra italiana e per buona parte della stampa il problema è Valditara e non chi lancia contro di lui minacce di morte. Strano Paese, l’Italia, dove un ministro viene messo sotto accusa per aver fatto il ministro.

Per avere richiamato ai suoi doveri una preside di un liceo fiorentino, che si è improvvisamente svegliata come la nuova Rosa Luxemburg per arringare contro il governo e la maggioranza con la scusa di una rissa tra studenti. Alla faccia delle regole democratiche e della Costituzione italiana.

Strano Paese l’Italia, dove accanto alle minacce al ministro Valditara, altri facinorosi raddoppiano, in un disgustoso due per uno, contro il ministro Salvini. Le minacce ricevute sulle pagine social del collettivo studentesco del liceo Einstein di Torino non fanno testo. Come se fosse tutto lecito, quando si tratta di “odio rosso”. Come se vi fosse una classifica della gravità delle minacce e delle sanzioni.

Non ci sono solo i due ministri della Lega, minacciati di morte, non dimenticatevi del premier Giorgia Meloni, che è diventato materia per un osceno carnevale dei centri sociali a Parma, con una serata a tema incentrata sul suo “omicidio”.

Strano Paese, perché in tutto questo il pericolo per la democrazia, secondo alcuni commentatori, sarebbe invece il ministro Valditara.

Come hanno ribadito in una nota i vicepresidenti del Gruppo Lega al Senato, Mara Bizzotto e Nino Germanà, “l’odio e la violenza vanno condannati e combattuti sempre, senza se, senza ma e senza distinzione di colore politico”. Eppure gli esponenti di sinistra, che esternano su tutto, persino in merito ai temi più lontani dalla vita quotidiana, non si sono scomodati stavolta.

Le minacce contano solo se vengono da destra. E quando si tratta di odio rosso fanno finta di non vederlo. Strabici e pure daltonici.