Minacce di morte degli islamici contro la leghista Ceccardi per i manifesti contro il velo

ceccardi manifesto
Minacce di morte all’eurodeputata della Lega Susanna Ceccardi dopo che aveva fatto affiggere manifesti contro lo sdoganamento del velo islamico. “Nelle campagne pubblicitarie c’è un progressivo sdoganamento del velo islamico. Il velo non è felicità, in molti casi è simbolo di oppressione dei diritti femminili. Che si proponga come un simbolo positivo nelle campagne occidentali è preoccupante… No all’islamizzazione!”, dice la Ceccardi, che spiega. “Dopo che ho fatto affiggere i manifesti contro il velo islamico ho subito minacce di morte da esponenti arabi e anche da italiani e durante l’8 marzo, con mia grande sorpresa, le femministe hanno invaso la città di Roma e imbrattato i miei manifesti.

Ceccardi: i miei manifesti coperti da quelli a sostegno di Hamas

Sopra di essi ne hanno affissi altri a sostegno di Hamas e della Palestina, cosa incredibile per chi dovrebbe difendere i diritti delle donne. Ho ricevuto in passato minacce con proiettili, ora mi hanno scritto che ‘avrebbero ballato sulla mia tomba’, mi hanno augurato la morte e mi hanno detto che non capivo nulla di Islam. Ho allertato le autorità, attualmente le scorta fortunatamente non ce l’ho, io non ho paura ma la mia famiglia un pochino sì: vivo con i miei genitori, mio marito e mia figlia molto piccola che hanno iniziato a dimostrare un po’ di timore”, ha reso noto la leghista. “Sì, sono pronta a diffondere un ‘dress code’ delle donne islamiche per aiutarle concretamente a trovare lavoro.

Anche le donne musulmane devono rispettare la nostra legge

L’occupazione è molto bassa: credo si debba dare un’informazione di quali siano le nostre regole e i nostri costumi per una vera integrazione. Sfido chiunque ad andare ad un colloquio con il passamontagna: non c’è nessuna discriminazione ma il candidato avrebbe un comportamento non conforme alla legge italiana”. Lo aggiunge la Ceccardi. “Se le donne musulmane vogliono trovare lavoro in Italia non devono avere problemi a patto che rispettino le convenzioni e la legge. Quindi no al burqa perché copre interamente il volto. Il *niqab*, che è quello che ho messo nel mio manifesto, copre tutto eccetto gli occhi e non garantisce anch’esso la riconoscibilità. Diverso è il velo che copre soltanto i capelli ed è quello che può essere tollerato dalla legge italiana“, conclude.

Perché le femministe ora tacciono?

Sorprende e rammarica che intimidazioni di questo tipo non abbiano trovato una convincente condanna da parte di quei gruppi di sedicenti femministe che, al contrario, hanno preferito danneggiare i manifesti con scritte inneggianti alla causa palestinese. Sono sicuro che le minacce non fermeranno l’impegno coraggioso di Susanna che continuerà nel nome delle donne islamiche costrette ad indossare il niqab come quella ritratta nel manifesto e nel nome delle donne israeliane stuprate e uccise il 7 ottobre”. Lo dichiara in una nota Manfredi Potenti, senatore toscano della Lega.