Memo Lamorgese: quel nigeriano armato alla stazione Termini …

Stazione Termini

Alla stazione Termini non se ne può più: ancora una volta un coltellaccio ha volteggiato a minacciare agenti e passanti per via di uno straniero proveniente dalla Nigeria.

Le immagini sono state eloquenti, ma ormai non basta più esprimere indignazione davanti ad esse. C’è bisogno di uno Stato vero che consenta di bloccare i malintenzionati che vengono qui da tutto il mondo. E possibilmente senza creare problemi alle forze dell’ordine.

Stazione Termini, si è rischiato grosso

Già, perché si è rischiato di vedere stecchito uno dei nostri ragazzi in divisa; oppure assistere all’ennesima incriminazione se un poliziotto avesse fatto fuoco contro il delinquente che minacciava quanti aveva di fronte. E questo non va più bene.

Gli agenti stanno per perdere davvero la pazienza, se non fosse per la professionalità che li caratterizza. Ma c’è bisogno di metterli nella condizione di poter fare serenamente il loro lavoro anche nei momenti di pericolo.

Dice giustamente Fabio Conesta’, segretario generale del sindacato di polizia Mosap: “Ancora una volta abbiamo assistito a scene da Bronx in pieno centro nella Capitale. Quell’uomo armato di coltello e quella donna che intralciava le operazioni di polizia, hanno reso l’intervento pericoloso per gli agenti e per i cittadini che si trovavano lì in quel momento. La preparazione, il coraggio e anche un pizzico di fortuna dei colleghi ha evitato il peggio, considerando il coltellaccio con lama di 20 centimetri. Ma in guerra non si va con la fortuna, occorrono equipaggiamenti idonei, come il teaser, che ancora non arrivano”.

Mosap: “Alla guerra senza armi…”

E tutto questo appare davvero incredibile, denuncia il leader sindacale: “Abbiamo assistito a proclami, uscite gloriose e vittoriose, allo sfarzo di chi urlava di aver vinto una battaglia volendosene attribuire meriti che non esistono. In realtà si parla di taser dall’era Alfano Ministro dell’Interno e già all’epoca eravamo in ritardo. Continuiamo ad esserlo, continuiamo a fare interventi pericolosi e a rischiare la pelle, quando con il taser – conclude – un intervento del genere sarebbe stato risolto in sicurezza in pochi minuti”.

Ministro Lamorgese, aggiungiamo noi, quando pensa di provvedere alla sicurezza dei suoi uomini? O è più importante la lotta a chi non ha il green pass rispetto a chi li minaccia come abbiamo visto in piena stazione Termini a Roma?