Missili sul Colosseo: post choc del ministro israeliano. Tajani: no ad allarmismi

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“Mi pare che non bisogna creare allarmismo”. Così Antonio Tajani commenta l’iniziativa del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz che ha postato immagini di missili sul Colosseo mettendo in guardia sul fatto che “nessuno è al sicuro”.

“Mi rendo conto che Israele è sotto attacco, quindi chiama a raccolta tutti i paesi occidentali”, ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri, ospite di Paolo de Debbio a Dritto e rovescio. “Ma noi non siamo in questo momento sotto tiro, non abbiamo neanche segnali di attentati di gruppi organizzati: ci può essere qualche lupo solitario che si autoradicalizza, magari qualcuno che è stato in carcere, ma le nostre forze dell’ordine vigilano, la nostra intelligence pure, con una grande attività di prevenzione. Ricordo che sono stati arrestati qualche settimana fa tre presunti terroristi all’Aquila quindi le nostre forze dell’ordine lavorano molto bene. Ho grande fiducia in loro e nei servizi segreti”.

 

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, in un post sui social media, ha lanciato un avvertimento alle «capitali del mondo», fra cui Roma e Parigi, sul rischio di potenziali attacchi da parte di Teheran dopo il recente raid compiuto dai pasdaran con droni e missili su Israele come ritorsione per l’attacco attribuito a Israele al consolato a Damasco. «Il recente attacco dell’Iran a Israele è solo un’anteprima di quello che le città di tutto il mondo possono aspettarsi se il regime iraniano non verrà fermato», ha scritto il ministro su X, lanciando poi un appello a designare le Guardie rivoluzionarie iraniane «un’organizzazione terroristica», oltre a «sanzionare il programma iraniano di missili balistici». Il tutto, a detta di Katz, andrà fatto, «prima che sia troppo tardi». A corredo una foto che ritrae un’immagine del Colosseo sul quale stanno per abbattersi sei missili. Poco dopo lo stesso titolare degli Esteri dello Stato ebraico ha diffuso un identico messaggio indirizzandolo questa volta ai francesi, e postando la Torre Eiffel. Poi l’avvertimento scritto in inglese, francese ed ebraico «Fermate l’Iran» rivolto al segretario di stato statunitense Antony Blinken, al ministro italiano, Antonio Tajani, e agli omologhi tedesco, francese e inglese.