Missione internazionale in Cina per fare luce sul Covid: Gasparri sta con Vaia

vaia contro terroristi covid

“Sostengo con convinzione la proposta del direttore generale dello Spallanzani, Francesco Vaia, di inviare una missione internazionale in Cina. Vaia, in un’intervista, ha detto che bisogna ‘creare un pool di scienziati che vada in Cina per capire cosa sta realmente accadendo perché arrivano notizie e immagini raccapriccianti. La Cina non sta brillando certo in trasparenza e bisogna capire quale sia la verità. Se non acconsentirà a questo scambio scientifico bisognerà pensare a delle misure’. Chiarissime le parole di Vaia e condivisibili. Da tempo denuncio le gravi colpe dei cinesi che non danno notizie, non agiscono in modo trasparente e stanno esponendo a grandi pericoli la propria popolazione, vessata da una dittatura comunista, con conseguenze che si possono estendere, come già è accaduto negli anni passati, all’intero Pianeta”. Così il senatore di Fi, Maurizio Gasparri.

Gasparri sulla missione in Cina: “L’atteggiamento di Pechino è intollerabile”

“L’atteggiamento cinese non può essere ulteriormente tollerato e, come dice Vaia, ‘l’Oms deve essere più incisiva e permettere che si vada in Cina’. Cosa esistono a fare questi organismi internazionali se non muovono un dito? La Cina è una bomba biologica, come ha detto nei giorni scorsi il professor Bassetti.
La Cina è una minaccia per la salute del Pianeta. Bisogna intervenire ponendo fine a questa arroganza del dittatore comunista Xi Jinping che impedisce controlli e alimenta contagi in ogni parte del mondo”, conclude.

Che cosa ha detto Vaia al Corriere della Sera

“La situazione Covid in Cina? La mia proposta ufficiale è quella di creare un pool di scienziati che vada lì per capire cosa sta realmente accadendo. Arrivano notizie e immagini raccapriccianti. La Cina, come è già successo tre anni fa a inizio pandemia, non sta brillando certo in trasparenza, ma bisogna capire quale sia la verità. E se non acconsentirà a questo scambio scientifico, allora bisognerà pensare a delle misure. Perché il nostro Paese non si può permettere di tornare indietro”. Così in un’intervista al Corriere della Sera, Francesco Vaia, direttore generale dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, dopo che sulle festività natalizie è aleggiata l’ombra del nuovo incubo cinese.

“Il terrore è un atto istintuale – spiega -. Alcuni poi hanno contribuito a diffondere questa preoccupazione, che però si è dimostrata fallace. Ma adesso da noi, in Italia, la situazione è sotto controllo. Gli indici sono tutti in remissione. L’occupazione dei reparti e delle terapie intensive è sotto soglia. Il tasso dei vaccinati è molto elevato”.

“Ora la Cina consenta una missione internazionale dell’Oms”

“Lo Spallanzani ha caldeggiato per primo la protezione degli aeroporti, esattamente come accadde un anno fa con i voli dal Bangladesh – sottolinea -. E questo ci ha permesso di sequenziare subito il genoma dei positivi e scoprire che siamo di fronte a tutte varianti di Omicron. Ma questo non può bastare. L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità, ndr) deve essere più incisiva e permettere una missione, che si vada in Cina, così come i cinesi vennero da noi a inizio pandemia, dopo che curammo i turisti di Wuhan. Nel rispetto, in un’ottica di reciprocità e senza arroganza. Per uno scambio di opinioni e di esperienze. Perché nessuno si salva da solo”

“Chiamatelo Covid 23: questo è un virus controllabile”

“In questi ultimi giorni – prosegue – c’è stata una ripresa delle richieste di immunizzarsi”. “Lo diciamo da tempo, da quando è comparsa e abbiamo parlato con i colleghi sudafricani, che Omicron è più contagiosa ma meno patogena – dichiara Francesco Vaia -.

Tanti si allarmano quando escono fuori nuove varianti, ma quando il virus muta molto velocemente, come è nell’evoluzione naturale di tutte le pandemie, non vuol dire che diventi più ‘cattivo’. Solo che è nuovo”. “Lo chiamerei Covid-23, perché oggi siamo in un periodo e in una situazione totalmente diversi da quelli del 2019.
Non è un virus sottovalutabile, ma oggi è controllabile”, aggiunge direttore generale dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, sottolineando: “Se il Covid incontra persone molto anziane, con patologie o soggetti non vaccinati, è molto pericoloso e può essere letale. Ora, oltre alla risposta individuale di chi si è immunizzato, ne occorre una di sistema per difendere proprio queste fasce più deboli nella loro socialità.
Sono tre anni che ripeto che è necessario attuare un piano Marshall per scuole, trasporti, Rsa (Residenze sanitarie assistenziali, ndr) e altri settori; ma finora poco si è fatto. Spero che il nuovo governo, che molto tiene alla centralità del Paese, stavolta ascolti e investa per tutelare la terza e la quarta età”.

Vaia: “Vaccini, forse il richiamo annuale è l’ideale”

In merito ai vaccini che adesso stentano a decollare, commenta: “L’errore è stato a monte. C’è stata una cattiva comunicazione sullo strumento vaccino, che era ed è tuttora uno strumento assolutamente valido, che protegge dalla malattia, dalle forme gravi e dalla morte, ma non dal contagio. Come per altro accade anche per altre malattie o per l’influenza stagionale. Questo andava detto, e andava detto subito. Un’eccessiva valorizzazione del vaccinismo è stata dannosa. Comunque, in questi ultimi giorni c’è stato un rialzo delle richieste. E torno a ripetere che un richiamo annuale potrebbe essere la soluzione ottimale”.