Mogol: “Ecco come nacquero i titoli delle canzoni di Battisti: da Emozioni a 29 settembre ad Anche per te…”

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Mogol, Giulo Rapetti, è stato ospite questa mattina a Rtl 102.5 durante “W L’Italia”. Una carriera, la sua, ricca di esperienze e di parole che hanno raccontato frammenti di vita di molte persone. Da dove trova l’ispirazione? “Io penso a cosa sta dicendo la musica”, ha detto Mogol che ha spiegato: “Il segreto è questo. Penso a capire cosa sta dicendo la musica e poi a collegarlo alla propria vita o a un’idea che ti può venire cercando di dire frase per frase ciò che dice la musica”. Mogol ha poi rivelato che “Emozioni”, canzone andata in onda nel corso dell’intervista, “l’ho scritta in macchina mentre guidavo una 500”. Che on erano le 500 di oggi… Durante la sua carriera, Mogol ha collaborato con moltissime persone. Qualche anno fa c’è stato anche un movimento per la candidatura al Nobel per la letteratura per Mogol.

“Gli intellettuali impegnati guardavano Lucio e me con malcelato disprezzo”

La classe “culturale” dell’epoca guardava Mogol e gli altri con un po’ di disprezzo malcelato, perché scrivevano canzoni d’amore, mentre quella era l’epoca dei cantautori impegnati. “Noi eravamo diventati fascisti. Chi non scriveva le canzoni politicizzate non valeva niente e diventava fascista, qualunquista. La canzone impegnata parlava di politica, noi raccontavamo la vita”, ha detto a questo proposito Mogol. Ora tornerà in tour con “Emozioni – Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti”. Il 21 luglio Mogol sarà a Genova, il 23 luglio a Ostia Antica. Poi a Enna il 24 luglio, il 3 agosto a Santa Severa, il 26 agosto a Verona, il 17 settembre a Macerata, il 21 settembre a Roma, il 28 novembre al teatro Olimpico di Roma e infine il 6 dicembre a Milano. “Gianmarco Carroccia è un sosia di Battisti, non ha fatto niente per esserlo”, ha detto Mogol.

Mogol: “Il primo caffè lo fascevo io, poi lui”

Il presidente della Siae ha parlato anche del suo rapporto con Lucio Battisti. “Lucio chiedeva la musica sempre prima, poi veniva, me la cantava in inglese inventato. Poi rimaneva lì. Il primo caffè glielo facevo io, ci incontravamo la mattina alle 9, mai scrittura notturna, sempre di giorno. Bevevo il caffè, mi sdraiavo sul tappeto, lui stava sul divano e suonava e io scrivevo. Ero a pancia in giù sul tappeto. Il primo caffè lo facevo io, poi lo faceva lui”, ha raccontato Mogol. “Quando chiedevo a lui un aggettivo che non mi veniva, dopo avergli spiegato cosa intendessi dire, lui mi rispondeva con una parolaccia. Mi diceva una parolaccia per riportarmi al mio dovere. Io non capivo, poi me l’ha spiegato. Diceva che dovevo pensarci io, non lui. Io la parola ce l’avevo in testa, mi serviva per sbloccarmi, però lui non me la diceva lo stesso”.

Ecco come nacque “7,40”

In diretta su Rtl 102.5 sono andate in onda alcune canzoni scritte da Mogol tra cui “29 settembre”, un brano scritto con Lucio Battisti. Perché è stata scelta la data 29 settembre? “Non c’è un perché. Ho detto una data senza un motivo preciso”, ha detto Mogol. “Era il giorno di San Michele Arcangelo, che poi era il mio protettore. Sono poliziotto ad honorem, nominato il 29 settembre perché San Michele Arcangelo è il protettore della polizia. È una combinazione il fatto che ricorra sempre questo giorno, il 29 settembre è la data del compleanno della mia prima moglie”. In onda anche “7 e 40”. “Ho un episodio da raccontare che sembra incredibile. Ero a Boston e mi hanno chiamato per dare delle lezioni alla Berkley e Harvad University, un grande onore”, ha detto Mogol.

Le esperienze di Mogol negli Usa

“Erano interessati alla nostra didattica, ho fatto queste due lezioni e poi sono stato invitato a una scuola elementare. Mi avevano inviato una divisa con scritto il nome della scuola, sono arrivato e sono andato sul palcoscenico, davanti avevo centoventi bambini. Io parlo inglese, ma non in modo fluido. Mentre ero imbarazzato è arrivata la preside e mi ha detto di stare calmo. Che non avrei dovuto fare niente ma che loro avrebbero cantato in italiano ‘7 e 40’, che avevano scelto su venti canzoni che gli avevano proposto. L’hanno cantata in un italiano perfetto”. Anche “Emozioni”, è andata in onda durante l’intervista. “Questa canzone l’ho scritta in macchina mentre guidavo una 500”, ha detto Mogol.

“Pensieri e parole”: un videoclip di avanguardia

E’ stato trasmesso anche “Pensieri e Parole”‘. Il videoclip era già all’avanguardia rispetto ai tempi in cui è uscito e al suo interno c’era anche il controcanto. “Il controcanto a volte gliel’ho suggerito io, non le note, ma di fare il controcanto. Lui faceva tutto, era veramente straordinario”, ha raccontato Mogol. “Battisti era di livello mondiale. Non era il solo, anche Mango era a livello mondiale. Se ascoltate Anche per te, è il modo di cantare oggi nel mondo e lui ci è arrivato anni prima. Non cantare, ma comunicare in modo credibile”. Un ascoltatore ha chiesto se c’è un retro-significato in “Innocenti Evasioni”. “No, è tutto spiegato molto bene. È una situazione che non ho vissuto ma che avrei potuto vivere”, ha detto Mogol. “La frase ‘Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi’ è molto semplice: lo spavento all’idea di innamorarsi di nuovo”.