Montino non ricorda Bella Ciao e lo soccorre la Cirinnà (video)

Non si offendano Esterino Montino, sindaco di Fiumicino, e sua moglie Monica Cirinnà, senatrice del Pd. Ma quel video in cui cantano Bella ciao a noi è sembrato patetico. Sì, insomma, se lo potevano risparmiare. Nel video poi lui sembra non si ricordasse le parole e lei non la vediamo nei panni di una staffetta partigiana con il rametto di mimosa. A parte la canzone che è certo orecchiabile ma è diventata divisiva, sappiano i due coniugi che i partigiani non la conoscevano neppure. E quindi non potevano cantarla. Capiamo il cavalcare l’onda, capiamo il conformismo, la necessità di raccattare voti, capiamo tutto, ma quesa cantatina, neanche dal balcone, poi!, se la potevano davvero risparmiare.
Nello stesso post in cui pubblica il video, poi, Montino si lancia nelle solite nostalgiche trite e ritrite retoriche sulla resistenza. Sostenendo addirittura che dobbiamo ereditare da tutti i partigiani, di ogni credo politico (come se ce ne fossero altri non dominati dai comunisti) lo spirito per superare questo difficile momento, e bla bla bla. Finché contiinuerà con questa vieta propaganda dei temporibus illis, il Pd non andrà mai avanti. Anche se oggi è al governo. Ma è al governo non per aver vinto le elezioni ma sappiamo tutti in quale modo subdolo e politichese. Ma presto, cari coniugi, non lo sarà più, e la canzone della liberazione e della resistenza non vi salverà da una dura lezione alle urne.

Miglior figura avrebbero fatto due rappresentanti delle istituzioni a intonare l’inno nazionale italiano anziché una canzone di parte e divisiva come Bella ciao. Perché, sapete, a me Bella ciao, come la parola partigiano, fa venire in mente, non so perché, i fratelli Govoni, Giovanni Gentile, Giuseppina Ghersi, Jolanda Crivelli, Carlo Borsani, Rolando Rivi, Robert Brasillach, Igino Ghisellini, i ragazzi di Salò, le foibe, e tutte le migliaia e migliaia di italiani assassinati e massacrati nel nome della resistenza. E uccisi da quelle persone di cui oggi voi rivendicate l’eredità morale e politica.