Morta la mamma di Francesco Ciavatta: attraversò le temperie della storia, il marito si uccise (video-intervista)

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Come ha sofferto lei hanno sofferto in pochi. Prima vedere il suo unico figlio barbaramente assassinato il suo unico figlio Francesco che aveva 18 anni, e pochi mesi dopo il padre Antonio si uccise ingoiando una bottiglia di acido muriatico. Non si era più ripreso dalla morte del figlio. E oggi se ne è andata ache lei, Angiolina Mariano Ciavatta. Se ne è andata a Montagano, il paese dove era tornata dopo le tragedie, per fuggire da quella Roma matrigna che tanti dolori le aveva causato e che le aveva distrutto la sua famiglia. Francesco, Franco, era infatti uno dei tre giovani missini assassinati da terroristi comunisti il 7 genaio 1978 a via Acca Larenzia, davanti la sezione del Msi del Tuscolano. Franco Bigonzetti fu il primo ad essere colpiti, mentre Stefano Recchioni l’ultimo, durante gli scontri avvenuti coi carabinieri, dai quali partì il colpo.

Francesco Ciavatta assassinato davanti alla sezione

Francesco Ciavatta tentò di fuggire, ma fu colpito mentre saliva la scalinata che portava a via Cave, verso la salvezza. Morì dopo aver detto qualche parola. “La mamma di Francesco ha raggiunto il proprio figlio nel paradiso dei guerrieri. Onore a te, Angiolina”, si legge sulla pagina Facebook “Acca Larenzia”. I funerali di Angiolina si terranno domani alle 16 a Montagano, il piccolo centro in provincia di Campobasso da cui proveniva la famiglia Ciavatta e nel cui cimitero già riposano Franco Ciavatta e suo padre Antonio. Nel video che pubblichiamo, realizzato da telemolise nel 2016, la mamma di Ciavatta racconta.

Nel 2016 Angiolina Mariano rilasciò un’intervista

All’interno della lunga trasmissione Telemolise è riuscita a intervistare proprio Angiolina Mariano, la mamma di Francesco, rendendo il documento straordinario. Il video della trasmissione circolò qua e là sui social network, senza però ricevere mai l’attenzione che meritava, sia giornalisticamente sia umanamente. Dall’intervista apprendiamo delle cose che non erano note: che Franco quella sera aveva detto che sarebbe andato al cinema, che il papà appena sposato era andato in Germania e fare il minatore, che un parente dei Ciavatta, quando nacque il bambino, si adoperò, per riunire la famiglia, a far avere un portierato ai Ciavatta nel quartiere Tuscolano. Come racconta la donna, sembrava la felicità: si abbandonava la dura vita della campagna, il marito non avrebbe più dovuto lavorare in miniera lontano da casa, il quartiere Tuscolano i Ciavatta lo vedevano bellissimo, il bambino cresceva sano.

Un documento toccante ignorato dalla grande stampa

Il papà di Ciavatta era al terzo tentativo di suicidio, e che il Msi, nella persona di Giorgio Almirante, era stata quotidianamente vicino alla famiglia Ciavatta. Ma senza riuscire alla fine a scongiurare il tragico epilogo. Ma la notizia più sconvolgente che emerge dalla trasmissione è che essa sia passata praticamente sotto silenzio nel convulso mondo dei mass media, sempre pronti a dare rilievo a fatti e notizie molto meno importanti ma più spettacolari, più immediatamente fruibili da un pubblico superficiale. L’intervista alla mamma di Franco Ciavatta, poi, è un documento toccante, perché ancora oggi, dopo  tutti questi anni, la donna non si capacita di come sia potuto accadere questo.

“Quella sera Francesco mi disse che andava al cinema”

No, non capiva ancora perché suo figlio fosse stato ucciso in quel modo. Addirittura non sapeva che a poche decine di metri dal portierato di via Deruta dove abitavano, vi fosse la sezione del Msi. Né sapeva quali attività vi si svolgessero. Angiolina Mariano era di una semplicità disarmante, nella sua saggezza contadina, non capì mai cosa effettivamente stava accadendo nell’Italia di quegli anni. Lei viveva nel suo microcosmo felice, nel quartiere, con il marito e il figlio, affrancati dalla povertà e dalla vita dura.