Morti sul lavoro, nel Lazio è strage tra gennaio e marzo. E i sindacati si mobilitano

I dati relativi ai morti sul lavoro nel Lazio nei primi tre mesi del 2021 sono impietosi. E segnano un gravissimo incremento rispetto allo stesso periodo del 2020. Nel quale comunque, è bene ricordarlo, ci trovavamo tutti in lockdown. E l’edilizia e i cantieri erano sostanzialmente fermi. A perdere la vita in questa tristissima statistica, tra gennaio e marzo sono stati ben 19 lavoratori. A fronte dei 7 del 2020. Un prezzo altissimo e inaccettabile, soltanto per esercitare un diritto garantito in Costituzione. Così i sindacati si sono mobilitati, e Cgil Cisl e Uil hanno dichiarato una settimana di protesta. Che si concluderà giovedì 27 maggio con un sit in davanti alla sede della Regione.

Le richieste sono molteplici, in primo luogo la puntuale applicazione di quanto contenuto nei contratti collettivi per la tutela e la sicurezza sul lavoro. E poi dotare tutte le maestranze dei dispositivi di protezione individuale adeguati. Rendere salubri i luoghi di lavoro. E controllare puntualmente la funzionalità di estintori, estrattori e tutto quello che in caso di incidente, può contribuire a salvare la vita degli operai. Ma un maggiore investimento viene richiesto anche sul fronte della formazione. Fin dalle scuole. Per rendere consapevoli i futuri i ragazzi, che quando entreranno nel mondo del lavoro non devono prendere la loro sicurezza sotto gamba. Chiedendo sempre di essere tutelati. E di rispettare le leggi che già ci sono. Ma che purtroppo spesso vengono disapplicate.

A Milano per il Lavoro il Primo Maggio dell’Ugl

Le morti bianche sul lavoro sono inaccettabili. Sit in alla Regione il 27 maggio

Una settimana di mobilitazioni con assemblee sui luoghi di lavoro e un sit-in finale, il 27 maggio, davanti alla sede della Regione. I lavoratori del Lazio, organizzati dai sindacati Cgil, Cisl e Uil regionali, si mobilitano per chiedere più sicurezza sul lavoro. A fronte dei numeri impietosi di questo inizio anno. Con ben 19 vittime registrate nei primi tre mesi.

È necessario dunque intervenire subito con azioni efficaci che prevedano una diffusa sensibilizzazione, formazione, rispetto dei contratti nazionali e delle norme di sicurezza per arrestare questa tragedia che appare senza sosta“, h scritto in una nota la triplice. Che ha chiesto anche una corsia preferenziale per la legge che dovrebbe approvare a brevissimo alla Pisana. E che secondo i sindacati “rappresenta l’occasione per tornare a investire risorse umane ed economiche finalizzate alla prevenzione e alla vigilanza nei luoghi di lavoro. Da troppo tempo i servizi di prevenzione e protezione, di competenza delle Asl, vivono una condizione di sottorganico non più sostenibile. La pandemia ha ulteriormente rafforzato la nostra convinzione. Che serve investire “sulla salute come diritto universale, dentro e fuori i luoghi di lavoro. Infine – conclude la nota – è opportuno rafforzare la rappresentanza sindacale dei lavoratori in tutti i contesti. E valorizzare la contrattazione come misura di prevenzione. Prevedendo il rispetto degli orari, dei turni, dell’organizzazione del lavoro come elemento cardine di miglioramento continuo“.

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