Da Mosca a Terracina: così infangano Berlusconi, Meloni e Salvini

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Da Terracina a Mosca. Tutto fa brodo per una campagna elettorale indegna per colpire alla cieca Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Matteo Salvini. I giornali al servizio della sinistra sono scatenati e fanno il rovistaggio della notizia.

Nella black list è tornato anche il leader azzurro: a lui, esattamente come a quello della Lega, titoli su titoli per dire che è diventato quasi un confidente dell’ambasciata russa di Roma.

Usano tutto, Mosca come Terracina

La storia è sempre la stessa, la sorte del governo Draghi. La fissazione che Putin abbia brigato per farlo cadere con Berlusconi e Salvini: a Repubblica, come l’altro giorno a La Stampa, proprio non entra nella testa dei direttori che il centrodestra di governo al premier aveva proposto di restare a Palazzo Chigi ma senza i Cinquestelle. Niente, un atto ufficiale come una risoluzione depositata in Parlamento per loro è da sbianchettare.

Da Mosca a Terracina si distingue ancora di più il quotidiano diretto da Maurizio Molinari. È quello che sta massacrando letteralmente il deputato europeo di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini. Chi come noi ha letto per intero l’ordinanza dei magistrati sui fatti della città del litorale laziale, non può non chiedersi perché, se non sui soliti si dice, debba essere coinvolto per forza Procaccini. Che di Terracina è stato sindaco anni addietro e poi è andato a Strasburgo.

Servono i loro padroni rossi

Mantenere un consenso elettorale non dovrebbe ancora essere un reato e un verbale senza riscontri oggettivi è solo un pezzo di carta. Ma è sufficiente a far fare titoli incredibili sugli “affari” del deputato “della Meloni” in un crescendo che davvero dovrebbe disgustare di fronte all’assenza di qualunque elemento concreto.

Ma si sa, basta sbattere il classico mostro in pagina per criminalizzare un movimento politico e la coalizione di cui fa parte: abituiamoci, purtroppo, alle tonnellate di fango che lanceranno contro Berlusconi, Meloni e Salvini di qui al 25 settembre. C’è chi deve servire il padrone politico di sinistra e vale la pena di usare la menzogna come arma contundente.