Mostra di pittura a Roma per ricordare Duilio Marchesini (video)

Duilio Marchesini ci ha lasciato a fine gennaio. Per ricordarlo l’amico di sempre, Giancarlo Scafidi, ha organizzato una mostra. La Mostra personale di Duilio Marchesini, oli e disegni, è in corso infatti per tutta la settimana, e si concluderà domenica 7 giugno. Si tiene nella Galleria annessa alla chiesa di Santa Maria dei Miracoli, in via del Corso 528. Orari: tutti i giorni, ore 11,00-13,00: 17,00-19,30. Nella circostanza saranno messe a disposizione copie del libro di Duilio, recentemente pubblicato, Nati per combattere – dalla Sapienza a Regina Coeli ed. Tabula fati.
Marchesini oltre a essere professore e scrittore, era anche pittore
Duilio infatti fu professore, cattolico tradizionalista, artista, scrittore, membro dell’Opus Dei. Ma soprattutto fu uomo d’azione. Anzi, un teorico (aveva due lauree) che all’occorrenza si faceva uomo d’azione. Nella Roma degli Sessanta e Settanta, i cosiddetti anni di piombo, Marchesini insieme col suo amico Scafidi fu un personaggio leggendario. Marchesini, che da anni come detto era attivissimo nell’Opus Dei, aveva preso l’impegno morale di povertà, castità e obbedienza, al quale non è mai venuto meno.

I comunisti gli impedirono l’accesso all’università
Fin dal ’62 Marchesini gestiva incontri culturali fra professori e studenti all’ Università della Sapienza. Erano dialoghi interdisciplinari aperti al dibattito (quella del dialogo era una “conditio sine qua non”) e spesso si protraevano con singoli studenti dopo l’incontro. Dapprima alla Casa dello Studente di via Cesare De’ Lollis, poi alla facoltà di Lettere e Filosofia, infine a Giurisprudenza. Finché fu possibile. Nel ‘67 a Marchesini si aggiunse Scafidi e insieme riuscirono a mandare avanti queste iniziative, persino in tempo di occupazioni, in situazioni sempre più rischiose, fino al ’76. I due non erano del Fuan, o del Msi, ma erano dei cristiani militanti.
Cento aggressioni alla Sapienza
Però l’intolleranza della sinistra extraparlamentare presto proibì l’agibilità politica all’università di Roma a tutti quelli che non erano marxisti, e Marchesini e Scafidi finirono inevitabilmente nel mirino dei gruppettari. Marchesini alla Sapienza subì qualcosa come cento aggressioni, molte delle quali finite nelle cronache quotidiane dei giornali. Rimane per tutti un esempio, perché alla sensibilità culturale e artistica univa il coraggio e la coerenza, doti rarissime oggi in un politico.