Nasce a Roma il Museo dell’Arte Salvata: in mostra opere recuperate e ritrovate ovunque

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Un luogo che, nel cuore di Roma e a poca distanza dalla stazione Termini, conserva per un certo periodo di tempo le opere d’arte recuperate dal Comando dei Carabinieri Tpc e dalle altre Istituzioni. E’ il Museo dell’Arte Salvata, inaugurato ieri, nell’Aula Ottagona del Museo nazionale Romano, nel quale verranno proposte collezioni che muteranno nel tempo in base alle nuove opere d’arte ritrovate e a quelle che torneranno nei luoghi di provenienza. Un luogo di transito, insomma, in cui mostrare l’eccellenza italiana nel settore del recupero delle opere d’arte trafugate. Si tratta, ha infatti sottolineato il ministro della Cultura Dario Franceschini, di un posto in cui “le opere resteranno alcuni mesi e poi torneranno nei luoghi di provenienza.

Una collezione che ruota nel Museo dell’Arte Salvata

Ci sarà quindi una collezione che ruota, che si alterna, e che dimostra al mondo l’eccellenza del nostro lavoro in questo campo. Da qualche anno abbiamo deciso infatti, e manterremo questa decisione, che le opere tornino nei territori di provenienza”. Le opere conservate nel nuovo museo saranno inoltre quelle restituite all’Italia grazie a un’operazione di diplomazia culturale oppure a seguito del lavoro dei Caschi Blu della Cultura. Ma ci saranno pure i beni salvati da una zona terremotata oppure soggetta a una calamità naturale. Così come verranno esposti i capolavori tornati a nuova vita in virtù dell’intervento dell’Istituto Centrale per il Restauro.

Le opere esposte da oggi al 15 ottobre

Quella del museo dell’Arte Salvata, ha spiegato il generale Teo Luzi, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, “è stata una grande idea. Perché è qualcosa di unico a livello nazionale e internazionale. Questo museo incarna tre valori fondamentali. Quello della protezione, quello della legalità e quello della speranza. Oggi, più di ieri, c’è una sensibilità internazionale nei confronti della tutela del proprio patrimonio. Il recupero internazionale di un bene che ritorna a casa è un messaggio di legalità internazionale”. Le opere esposte da oggi al 15 ottobre, rientrate in Italia dagli Usa grazie all’opera dell’Arma tra dicembre 2021 e la scorsa settimana. Poi, saranno collocate tra il Museo archeologico di Taranto, il Museo archeologico Cerite all’interno del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia e il Museo nazionale Romano.

Le opere d’arte preservate dalle guerre e dalle calamità naturali

Si tratta di beni provenienti per lo più dall’Etruria meridionale e dal Lazio come la Giara (pithos) in ceramica d’impasto rosso sovra-dipinto in bianco di produzione etrusca (Cerveteri) con scena mitologica dell’accecamento di Polifemo e animali (cavalli, felini) del VII secolo. “Il museo dell’Arte Salvata – ha aggiunto Roberto Riccardi comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale – ricorda a noi stessi e a tutti che non bisogna soltanto produrre l’arte. Ma che, per esporla, è necessario proteggerla dalle guerre, dalle calamità naturali come fanno i nostri Caschi Blu della Cultura, e dal trafugamento e dall’oblio.

Al Museo dell’Arte Salvata anche reperti rientrati dagli Usa

Oggetti rientrati dagli Stati Uniti, alcuni arrivati qui nelle scorse settimane. Avevano subito la solita trafila degli scavi clandestini, dell’esportazione illecita e del trafugamento. Ne abbiamo scoperto l’esistenza quando sono affiorati presso case d’asta internazionali, grandi musei o presso collezioni private”. Alla seconda metà del VI secolo a.C. risalgono invece le anfore con scene figurate. Alcune sono attiche e illustrano l’evoluzione stilistica di questo periodo. Altre sono etrusche e coprono lo stesso arco cronologico come l’Anforetta etrusca a figure nere con guerrieri affrontati sulla pancia e occhioni sulla spalla (fine del VI secolo avanti Cristo). Per Massimo Osanna, direttore generale dei Musei, “questo è un giorno di gioia.

Trovati capolavori mai visti in Italia

Perché nasce un nuovo museo grazie a una rete di rapporti tra istituzioni ch lavorano insieme per restituire al pubblico capolavori che forse mai visti in Italia. Una rete di istituzioni che coinvolge anche quelle dei territori. Pensiamo al lavoro delle Procure. A Pompei abbiamo fatto una bellissima operazione, oltre che con la Procura, con i Carabinieri e con i Vigili del Fuoco per salvare una villa saccheggiata sistematicamente nel suburbio”. Un lavoro che riunisce una rete di Istituzione che ha lo stesso obiettivo. “Quello di salvare un patrimonio e restituirlo alle comunità, al pubblico, a noi perché è un patrimonio dell’umanità”, ha concluso Osanna.