Nasce la nuova Alitalia. E la vecchia politica lottizza il Cda

È nata la nuova Alitalia. Tecnicamente si chiama ITA (Italia trasporto aereo S.p.a.) e sarà una compagnia di Stato. Completamente pubblica, almeno all’inizio. Con un logo nuovo. E una dotazione organica prevista di 6500 lavoratori. Una flotta compresa tra gli 80 e i 100 aerei. Che dovrà coprire le rotte interne ed internazionali. Con una particolare attenzione a rinforzare le tratte a lungo raggio. Potrà contare su una dotazione finanziaria iniziale di 3 miliardi di euro (pagata con i soldi dei contribuenti italiani). E dovrà cercarsi al più presto almeno un partner sul mercato. Per reggere la sfida dei cieli e per essere finanziariamente autonoma. E non rappresentare l’ennesimo carrozzone pubblico. Come già purtroppo successo troppe volte nel passato. Con i risultati che sono sotto agli occhi di tutti.

Alitalia ITA, ecco il decreto

Questo in sintesi il contenuto del tanto atteso decreto. Con il quale il governo ha voluto rilanciare la compagnia aeronautica di bandiera. La firma era attesa da tempo, ma le polemiche furiose interne alla maggioranza avevano allungato il brodo. E rischiato perfino di far saltare tutto. Eh sì, perché dietro questo ennesimo ‘salvataggio’ si è nascosta anche la solita abbuffata di poltrone. Già divise tra PD, M5S e Italia Viva. Nella costituzione del nuovo Cda, composto da ben nove elementi. Tutti molto ben pagati. Il numero minimo necessario per assicurare soddisfazione agli appetiti delle Forze di governo. Adesso vedremo se almeno il nuovo boarding sarà in grado di predisporre alla svelta un piano industriale credibile. E di giustificare almeno in parte il nuovo assalto alla diligenza.

Nel Cda della nuova Alitalia avvocati ed ex ministri, tutti ‘battezzati’ dalla politica. Se il buongiorno si vede dal mattino….

Tra i nove nomi che andranno a costituire il Consiglio di amministrazione della nuova Alitalia ITA, c’è un po’ di tutto. Da ex ministri a noti avvocati. Un commercialista. Una ex dirigente di Autostrade. Un docente di diritto privato della Luiss. Ma pochi che in passato si siano interessati da vicino del settore della navigazione aerea. I Cinque Stelle hanno tentato disperatamente di difendere il direttore generale uscente Giancarlo Zeni, ma sono usciti sconfitti dalla battaglia. Il nuovo amministratore delegato sarà infatti Fabio Lazzerini, in quota PD. E sempre dal Nazareno è arrivata l’indicazione per il presidente Francesco Caio. Oltre a quella di Cristina Girelli e di Angelo Piazza. Quest’ultimo già Magistrato del TAR ed ex ministro della Funzione Pubblica del governo D’Alema. Per i pentastellati invece andranno nel Cda di ITA Alessandra Fratini, esperta di diritto comunitario. E Lelio Fornabaio, dottore commercialista. Oltre a Frances Ouseley, ex numero uno di Easyjet Italia. Ma non manca un posto per i renziani, che hanno indicato Simonetta Giordani. Ex manager di Autostrade. Ed ex sottosegretario al Turismo. Infine, una quota non poteva mancare anche per il premier Giuseppe Comte. Da Palazzo Chigi sarebbe arrivata l’indicazione di Silvio Martuccelli, avvocato e docente di Diritto civile alla Luiss. E il nuovo è servito.

Dagli esuberi al piano industriale passando per le alleanze. La nuova Compagnia è tutta un rebus

Certamente il salvataggio della Compagnia di bandiera andava fatto. Ed è stato salutato con timido entusiasmo anche dalle rappresentanze sindacali. Ma le questioni spinose rimangono tutte sul tappeto. A cominciare dalla tutela dei lavoratori. E dalla gestione di pre pensionamenti ed esuberi. Visto che a regime la dotazione della Compagnia dovrebbe essere di 6500 unità. Divise in tre ‘scatole cinesi’ che si occuperanno rispettivamente del volo, della manutenzione e del personale di terra. E che costituiranno l’ossatura della Newco. Mentre i debiti resteranno nella vecchia Alitalia, trasformata in una ‘bad company’. Ma adesso diventa urgentissimo anche predisporre un piano industriale credibile. Che possa essere appetibile per eventuali altri partner. Dopo il fallimento recente delle trattative con gli americani della Delta e con Lufthansa. Tutti molto interessati, ma ad una partnership commerciale e non industriale. Come dire, ripianate prima i debiti che poi arriviamo noi. E magari ci prendiamo anche le rotte più convenienti.

Ecco, le nuove sfide di Alitalia ITA saranno anche e soprattutto queste. Sperando che gli appetiti della politica adesso rimangano fuori dal Cda. Perché di un ennesimo carrozzone assetato di soldi pubblici non ce n’è davvero bisogno.

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