Nascono i “cacciatori di Draghi” Adinolfi e Di Stefano: “Stiamo creando un polo alternativo”

adinolfi di stefano

“Alternativa per l’Italia è una federazione di due soggetti politici, il Popolo della Famiglia ed Exit dell’ex leader di Casapound Simone di Stefano. Insieme abbiamo preso 535mila voti. Di fronte all’emergenza che si è aperta in Italia, prima di tutto sociale, di fonte alle scelte belliciste, al trattamento che abbiamo subito nelle piazze quando manifestavamo sui green pass (io e Simone non siamo vaccinati) avevamo ragioni di sintonia per mettere insieme queste forze. E aprirle alla disponibilità di altre forze alternative che ci sono nel Paese e che cominciano anche a essere molto presenti nei sondaggi”. Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, commenta così all’Adnkronos la “strana coppia” nata con il nuovo e comune progetto politico insieme all’ex leader di Casapound Italia Simone Di Stefano, oggi al timone di Exit.

“Siamo un’alternativa a Draghi”

“Queste realtà si devono federare e rappresentare una alternativa al progetto politico fin troppo evidente di andare verso un Draghi 2028, traguardo cui puntano i grandi partiti – spiega -. Mi auguro che Giorgia Meloni possa essere presidente del Consiglio di questa area alternativa: ovviamente deve sganciarsi dal centro destra”. Questa unione penalizza uno o l’altro? “Penso di essere penalizzato dal nome di Di Stefano e che lui, a sua volta, sia penalizzato dal mio, per certi versi – risponde Adinolfi -.

“I nostri sono nomi che dividono”

I nostri, d’altronde, sono nomi che dividono, che provocano sussulto. Perché si accompagnano a delle idee, perché è chiarissimo ciò a cui crediamo, come i nostri valori. Forse, quindi, siamo penalizzati in uscita ma anche molto attrattivi in entrata, trovando il punto di stima e amicizia reciproca, non solo politico. Non è solo un passaggio di convenienza elettorale”. Secondo Simone di Stefano, presidente di Exit, “La costruiremo questa Alternativa per l’Italia, col dialogo e con la pazienza, che spero coinvolga tutti quelli che si trovano nella parte opposta del campo globalista. Senza pregiudizi, troviamo il comune denominatore, nel rispetto delle identità dei rispettivi movimenti certo, ma agiamo adesso, perché il momento è storico e la posta in gioco è tutta sul piatto. E sappiamo bene tutti, che andare divisi ci porterà alla sconfitta.”