Neanche 4.000 contagi e 121 morti. Positività all’1,5

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Sono 3.937 i contagi da coronavirus in Italia oggi, mercoledì 26 maggio, secondo i dati regione per regione nel bollettino della Protezione Civile. Da ieri nelle regioni registrati 121 morti, che portano a 125.622 il totale dei decessi dall’inizio dell’emergenza legata al covid-19. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 260.962 tamponi, l’indice di positività si attesta a 1,5%.

Lazio, calano le terapie intensive

Sono 318 i nuovi contagi da Coronavirus nel Lazio secondo il bollettino di oggi, 26 maggio. Nella tabella si fa riferimento ad altri 18 morti. Oggi nel Lazio, dice l’assessore alla Sanità della Regione D’Amato, sono stati fatti “12.645 tamponi (+1.874) e quasi 13.681 antigenici per un totale di oltre 26.000 test”. Da ieri i guariti sono stati 1.733. In calo le terapie intensive occupate di 8 unità, al momento sono 177. I contagi a Roma città sono a quota 159. Nelle province si registrano 94 casi e si registra 1 decesso nelle ultime 24 ore.

Bassetti: la quarta ondata non è arrivata

“Oggi siamo ad un mese dalla riaperture del 26 aprile. Non mi pare che si sia assistito alla quarta ondata, all’aumento dell’Rt, all’aumento dei contagi, all’aumento dei ricoveri in terapia intensiva e a 500-600 morti al giorno”. Lo sottolinea Matto Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, in un post su Facebook a un mese esatto dalle prime riaperture.

“Chi aveva fatto queste previsioni? Ci sono molti esperti, politici e giornalisti che hanno declinato la pandemia con molta faziosità e ideologia e pochissima scienza – rileva Bassetti – Purtroppo molti li hanno ascoltati e li ascoltano ancora”. Ci sono, invece, “sempre meno pazienti con Covid e sempre più malati con altre malattie, anche infettive, che finalmente tornano a popolare i nostri ospedali. Ieri a livello nazionale è stato toccato il tasso di positività sui tamponi più basso da 7 mesi (1,2%), il 26 aprile era del 5,8%. Gli ospedali dal 26 aprile hanno il 52% in meno di ricoverati e le terapie intensive hanno ridotto del 73% il numero dei malati”.