Nel Lazio le case già autorizzate ma non costruite bloccate da vincoli sopravvenuti si potranno ‘traslocare’ altrove

Nel Lazio le case o i palazzi già autorizzati con permesso di costruire perfezionato dal punto di vista legale, ma non ancora costruiti poiché bloccati da vincoli sopravvenuti si potranno ‘traslocare’ altrove. 27 maggio 2025: una data destinata – comunque la si pensi – a segnare un cambiamento significativo nella gestione urbanistica del Lazio. La Commissione Bilancio Lazio ha espresso parere favorevole, a maggioranza, sulla proposta di legge regionale n. 156, presentata nel 2024 dai consiglieri di centrodestra Corrotti, Berni, Cera, Palazzi e Rotondi.
Il testo, rinviato ora alla Commissione Urbanistica Lazio, che presto sbarcherà in Consiglio regionale per il voto ultimo e definitivo, interviene con modifiche sostanziali alla legge regionale n. 36 del 7/1987. Con l’obiettivo – così sostengono i promotori della proposta – di semplificare e razionalizzare le procedure urbanistico-edilizie, rispondendo a una problematica concreta che coinvolge privati, imprese edili e amministrazioni comunali.

Case e palazzi mai nati: ora si possono ‘traslocare’ altrove
La norma sul punto. di entrare in vigore consente un’opportunità inedita: qualora l’edificazione edile autorizzata non sia più realizzabile a causa di vincoli sopravvenuti – diversi da quelli urbanistici – il titolare del permesso potrà trasferire il diritto edificatorio su un’altra area del medesimo territorio comunale, a condizione che ne abbia acquisito la disponibilità.
Un meccanismo pensato per sbloccare situazioni di stallo, spesso legate all’introduzione di vincoli ambientali, archeologici o idrogeologici successivi al rilascio del titolo edilizio. Basti pensare ai molti vincoli ministeriali sopravvenuti nell’area sud di Roma, ma non solo, tra Pomezia, Ardea e Castelli Romani (in particolare, nei comuni di Marino, Castel Gandolfo e Albano Laziale).
Nel Lazio il diritto di costruire case si potrà “traslocare”
Il principio cardine della proposta è semplice: il diritto edificatorio, una volta ottenuto in maniera legittima, non decade per effetto di eventi normativi successivi, ma può essere “traslocato” altrove, salvaguardando così l’interesse del privato senza compromettere l’assetto del territorio.
La nuova disciplina introduce una procedura semplificata per la traslazione della volumetria, affidata ai Comuni, che potranno approvare le varianti urbanistiche necessarie mediante un iter snello e veloce.
Procedura semplificata per traslocare il diritto di costruire case nel Lazio
Il testo, che tornerà ora in Commissione Urbanistica per il passaggio finale, prevede che la traslazione possa avvenire con il solo parere tecnico del settore regionale competente, senza necessità di oneri finanziari aggiuntivi per la Regione.
Il legislatore ha voluto infatti evitare impatti sul bilancio pubblico, sottolineando che si tratta di modifiche esclusivamente ordinamentali. Il riferimento normativo è contenuto nei già esistenti articoli 4 e 5 della legge regionale 36/1987, opportunamente aggiornati per rendere più flessibile il sistema delle varianti comunali.
Entrata in vigore immediata
Come indicato nell’articolo 3 del testo, la legge entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio. Una tempistica rapida che conferma la volontà politica di procedere senza ulteriori indugi verso l’attuazione della misura. Ma prima, certo, servirà il via libera del Consiglio regionale, atteso probabilmente già entro la prossima estate.
L’approvazione finale resta ora nelle mani del Consiglio regionale, ma il via libera della Commissione Bilancio rappresenta un passaggio decisivo. Se approvata in via definitiva, la proposta di legge regionale n. 156 potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui nel Lazio si affrontano gli effetti paralizzanti dei vincoli sopravvenuti.
