Nella manovra soldi a tutti tranne che a Roma. “Ringraziate Raggi, Zingaretti e Conte”
“Nonostante la filiera Raggi, Zingaretti e Conte, Roma è totalmente sparita dalla manovra. Nessun finanziamento speciale per la Capitale d’Italia e nessuna prospettiva per progetti di investimento pubblico e infrastrutturale di respiro internazionale. Roma viene ancora umiliata da una sindaca priva di visione strategica della città e senza sufficiente peso nei confronti del governo nazionale pur avendo governato per ben 5 anni e da un presidente di Regione al settimo anno di amministrazione altrettanto incapace di porre il grande tema del declino della Capitale e degli strumenti necessari da mettere in campo per soccorrerla attuando almeno le leggi esistenti sui poteri speciali che la riguardano. Dove sta la filiera dei difensori di Roma? Avevamo chiesto un miliardo di euro, avevamo chiesto leggi speciali per Roma Capitale, avevano chiesto riqualificazione delle periferie è più sicurezza. La manovra conferma che il fuoco amico ha colpito ancora. I romani non lo dimentichino”. E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.
Raggi, Zingaretti e Conte: zero euro per Roma
Insomma, tra Raggi, Zingaretti e Conte, come denuncia Rampelli, nessuno aiuta la Capitale. C’è qualcuno nel M5s che se ne preoccupa. No. Anzi, per i deputati pentastellati va tutto bene. “A Roma il M5S punta tantissimo su Virginia Raggi, se passerà il voto interno sulla piattaforma Rousseau sarà lei la nostra candidata. Alleanze? Si faranno dei ragionamenti sui temi, ma non è fattibile fare alleanze che le persone non capirebbero”. Lo ha detto ai microfoni di Radio Cusano Campus Francesco Silvestri, deputato romano del M5S e tesoriere del gruppo 5 Stelle alla Camera.
Sul rischio di una crisi di governo Silvestri osserva: “Non voglio pensare che sotto la pandemia la stabilità del nostro Paese dipenda da Renzi, credo che il nostro Paese anche a livello politico non sarà così mediocre da andare ad elezioni in questo momento. Col Pd si lavora meglio, non abbiamo trovato la voglia di protagonismo mediatico a tutti i costi che avevamo trovato con la Lega e che stava diventando nauseante. Per quanto riguarda una prospettiva di alleanza a livello nazionale vedremo, con il proporzionale non è assolutamente obbligatorio fare questo tipo di discorso, con l’attuale legge elettorale invece vanno fatte delle riflessioni”. Tradotto in soldoni, l’ inciucio è permamente. E poco importa che tra Raggi, Zingaretti e Conte la Capitale sia ormai allo sfascio.