Nella morte di Rossella Cominotti spunta la pista dei riti satanici

Rossella Cominotti

Spunta anche la pista dei riti satanici nell’omicidio di Rossella Cominotti, trovata senza vita la mattina dell’8 dicembre in una stanza dei una locanda di Mattarana, nello spezzino. Stanza che condivideva con il marito, Alfredo Zenucchi, fermato per l’assassinio della consorte.

La coppia di coniugi, stando al racconto dell’uomo, avevano pianificato di tagliarsi le vene insieme: ci avevano già provato il 3 dicembre, sempre nella stanza dell’hotel, ma senza riuscirci. Tagli al collo e alle braccia, che lo stesso Zenucchi avrebbe mostrato agli inquirenti durante l’interrogatorio. Poi un altro tentativo il 6: Alfredo ha colpito Rossella con il rasoio, alle braccia e al collo. Lei è morta, lui non ce l’ha fatta. L’ha vegliata per due notti, poi ha lasciato l’albergo. I due avrebbero anche assunto eroina insieme: nella stanza sono state trovate alcune siringhe. L’uomo aveva infatti precedenti per assunzione.

Non solo: Zenucchi, ex edicolante di Cremona, sui social consultava pagine che trattavano di satanismo. Dietro il progetto di omicidio-suicidio, ci sarebbe stata la depressione della coppia, ma anche su questo gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza. Domani, l’uomo presenzierà all’udienza di convalida del fermo. Martedì, invece, è fissata l’autopsia sulla vittima.

Intanto la cugina di Rossella Cominotti, uccisa alla Spezia dal marito Alfredo Zenucchi, ha chiesto di “vedere la lettera” con cui la donna avrebbe espresso l’intenzione di volersi suicidare insieme al coniuge. Lo riportaIl Secolo XIX‘ citando la cugina Nicoletta Belletti, che è stata la prima a lanciare un appello via Facebook sulla scomparsa della coppia. “Voglio vedere la lettera, conosco la sua scrittura e so come si esprimeva”, motiva Belletti. “Lei era solare, impossibile che pensasse al suicidio” aggiunge sottolineando che il marito “invece era sgradevole”.

Intanto emergono i dettagli della vacanza finita nel sangue: la coppia, partita dalla casa di Cremona, chiusa l’edicola di Bonemerse che gestiva da un anno, ha soggiornato all’hotel Napoleon a Pontremoli, quindi all’ Hotel Doria di Lerici e infine nella locanda di Mottarana teatro del delitto.