Neonato muore dopo parto d’urgenza a Roma: “Tre ore sulla sedia a rotelle tra i dolori”

Aveva tanto sognato su quel bambino. Ma la sua era una gravidanza che si era presentata a rischio sin dall’inizio. E poi quei dolori lancinanti e quella lunga attesa su una sedia a rotelle mentre qualcosa, nel corpo della giovane donna, che si andava in frantumi come i suoi sogni. È la storia di Elena (nome di fantasia, ndr), che nella notte tra il 24 e il 25 luglio si è vista crollare il mondo addosso: il suo bambino è nato morto dopo un parto cesareo d’urgenza eseguito al Policlinico Casilino. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti, mentre sono state sequestrate le cartelle cliniche per accertare eventuali responsabilità.
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Tre ore senza assistenza tra i dolori
Elena, ormai alla trentacinquesima settimana, era sicura di aver lasciato il peggio alle spalle. E già immaginava il giorno in cui avrebbe stretto il suo bimbo tra le braccia. Ma la notte del 24 luglio ecco i dolori alla pancia, fortissimi. E la corsa in ospedale, dove arriva attorno alle 23:30. Secondo quanto denunciato dalla donna, Elena sarebbe rimasta su una sedia a rotelle per oltre tre ore, senza essere portata subito in reparto. Il tracciato inizialmente sembra nella norma, ma il dolore cresce, fino a diventare insostenibile.
Alle 2:40, dopo un’ora di spasmi e preoccupazione crescente, si decide per un cesareo d’urgenza. La ragazza è cosciente durante l’operazione e racconta di aver colto lo sguardo preoccupato dei medici: «Parlavano di rottura dell’utero, distacco della placenta, emorragia interna. Ma soprattutto… non sentivo il pianto di mio figlio».
“Il bimbo è con il pediatra”, poi la verità
La comunicazione ufficiale arriva alle 4:05. Il piccolo non ce l’ha fatta. Prima le viene detto che è con il pediatra, poi uno dei medici si avvicina e dice la verità. Elena chiede almeno di vederlo. Passano tre giorni, durante i quali la donna resta sotto osservazione. Il 28 luglio rientra il marito, che era all’estero per lavoro. La coppia chiede di poter vedere il corpo del bambino. Ma l’ospedale informa che il piccolo è già stato inviato al Pertini per l’autopsia, disposta direttamente dalla struttura. Elena si oppone, presenta denuncia e blocca tutto. Il corpicino del neonato è ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, presso il Policlinico di Tor Vergata.
A seguito della denuncia della donna, infatti, è stata aperta un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. Il fascicolo aperto dalla Procura, affidato al pm Eleonora Fini, vuole chiarire se ci siano stati ritardi, omissioni o negligenze. Al momento, nessuna dichiarazione ufficiale dal Policlinico Casilino, che si limita a rimandare agli accertamenti in corso.