Nessun malore dell’autista: per l’incidente di Mestre ipotesi guasto al bus elettrico


L’autopsia su Alberto Rizzotto, l’autista quarantenne del pullman di Mestre deceduto con i 20 passeggeri, non ha evidenziato, ad una prima analisi ispettiva, macroscopiche anomalie sul cuore. Ma per avere informazioni definitive, che escludano cause cardiache più ‘nascoste’, servono esami istologici specifici, oltre ad una microscopia per patologia aritmogena, che sarà effettuata nelle prossime settimane.

Il “cuore non è ancora esaminato in modo approfondito” spiegano le fonti, precisando che per l’esito dei nuovi accertamenti – al fine di una eventuale conferma di un ‘malore’ dell’autista, servono almeno 30-40 giorni.

Strage stradale di Mestre: prende piede l’ipotesi del guasto

L’inchiesta sulla strage stradale di Mestre sembra piegare verso le altre cause dell’incidente: in primis un ipotetico guasto del mezzo pesante, un malfunzionamento che – in astratto – potrebbe aver impedito al bus di fermarsi, prima di sbandare, strisciare sul vecchio guardarail del cavalcavia e finire nel vuoto. Una delle suggestioni che si fanno avanti è quella, ad esempio, di un guasto ai freni del pullman: sia perchè sul tratto di strada non è stato trovato alcun segno di frenata, sia perchè nel video del momento dell’incidente ripreso dalla Smart control room del Comune di Venezia, non si vede mai il retro del bus con gli stop accesi.

Per conoscere lo stato del pullman elettrico cinese (immatricolato appena un anno fa) al momento dello schianto, bisognerà attendere il conferimento delle perizie sul mezzo e sulla scatola nera, che ha le immagini delle telecamere interne. In realtà, la scatola nera è conservata in un cloud dell’azienda cinese che ha fabbricato il mezzo. Sperando che il mezzo sia riuscito a registrato tutto sul cloud prima del disastro.

Al momento nel fascicolo d’inchiesta della Procura per omicidio stradale colposo plurimo la pm Laura Cameli ha iscritto tre persone: Massimo Fiorese, 63 anni, amministratore delegato de ‘La Linea’, la società che gestisce il servizio di bus navetta, Roberto di Bussolo, 51 anni, dirigente del settore Viabilità terraferma e Mobilità del Comune di Venezia e Alberto Cesaro, 47, responsabile del servizio Manutenzione viabilità terraferma. Un atto dovuto, legato al conferimento della prima perizia in ordine di tempo, quella sul guardarail del cavalcavia, affidata a Placido Migliorino, l’ispettore del MIt che ha lavorato anche nelle indagini sul crollo del ponte Morandi