Nessuna tregua dalla pandemia: oltre 13mila contagi, 232 morti. Ed è domenica…

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La pandemia non dà tregua. Sono 13.452 i contagi da coronavirus in Italia oggi, 21 febbraio, secondo i dati del bollettino della Protezione Civile pubblicato dal ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 232 morti che portano il totale a 95.718 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia di covid-19. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 250.986 tamponi, il tasso di positività sale al 5,4%. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 2.094, con un aumento di 31 unità.  Sono invece 1.048 i contagi da coronavirus nel Lazio secondo i dati della regione. Da ieri segnalati altri 15 morti. Roma registra meno di 400 nuovi casi, mentre a livello regionale aumentano le terapie intensive.

Ottimismo per il futuro della pandemia

Ottimismo in parte dal virologo Bassetti. “Non ho mai smesso di essere preoccupato. Bisogna avere pazienza per le prossime 5 settimane e probabilmente a fine marzo vedremo la luce. Con l’aumento delle vaccinazioni, dovremmo iniziare a vedere la discesa”. Il professor Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettiva all’ospedale San Martino di Genova, a Domenica In si esprime così sull’emergenza coronavirus. La chiave, dice, è nell’aumento delle vaccinazioni”. “Dobbiamo parlare a quegli italiani che sono scettici. Bisogna mettere sul piatto le evidenze che abbiamo, rischi e benefici. Il vaccino è un farmaco e come tale può avere effetti collaterali. Se li nascondiamo non facciamo una buona informazione.

Il vaccino è l’unica speranza

Ma dobbiamo mettere sulla bilancia i benefici: tutti i vaccini danno una copertura del 100% nei confronti della malattia grave, della polmonite e della morte”. Dobbiamo parlare alla gente, è evidente che la bilancia penda dalla parte del vaccino. Sarebbe servita una campagna di informazione massiccia e oggi la gente pensa che i medici siano dalla parte dei vaccini perché sono dalla parte degli interessi commerciali. L’unico modo per uscire dal disastro è il vaccino. O ci convinciamo o avremo una parte consistente del Paese che non potrà ripartire perché a livello europeo arriveremo ad avere una sorta di patente”, afferma ancora.