Nettuno, addio allo storico ponte della ferrovia, arrivano pedonale e tre parcheggi: progetto in Comune per il ‘Sì’
Venerdì 28 novembre dalle 9, a Nettuno si torna a parlare del “ponte della ferrovia”: il Consiglio comunale è convocato in seduta straordinaria pubblica (seconda convocazione il 30 novembre). Sul tavolo c’è l’atto che può chiudere una vicenda lunga anni: approvare il Protocollo d’Intesa con il Gruppo FS per ridisegnare l’area della stazione ferroviaria e mandare in pensione il cavalcaferrovia pedonale.
Il Protocollo tra Nettuno e FS: chi firma e cosa prevede
L’intesa, pre-firmata il 17 luglio 2024, mette insieme Comune di Nettuno, FS Sistemi Urbani, RFI e FS Park e punta su tre mosse: demolire il cavalcaferrovia tra via Ennio Visca e via Marche, creare un collegamento ciclo-pedonale tra le due parti della città e organizzare una viabilità carrabile tra parcheggi. Previsto anche un piano sosta con tre nuove aree di parcheggio e un tavolo tecnico per concordare soluzioni e modalità operative.
Questo riportano i documenti che il Nuovo 7 Colli ha potuto visionare. “Inoltre – si legge difatti tra le carte – è prevista l’elaborazione di un progetto per la realizzazione di un sistema di sosta, con tre aree di parcheggio tra Via Ennio Visca e Via Marche, e la regolamentazione dell’utilizzo delle aree di proprietà di FS Sistemi Urbani e di Rete Ferroviaria Italiana, da parte del Comune”.

Il ponte chiuso: sette anni di scorciatoia negata
Quel ponte non è solo cemento e ferro: è la scorciatoia che evitava “il giro lungo” attorno alla stazione. Ma dal 2018 risulta vietato al passaggio per motivi di sicurezza, ed è diventato il classico simbolo locale del “si farà” che non arriva mai. In passato si è discusso perfino se restaurarlo o sostituirlo: già nel 2019 si parlava di interventi urgenti e di un bivio politico tra restyling o demolizione.
Gli atti di gara: 400mila euro e un’aggiudicazione già fatta
Dagli atti pubblici emergerebbero cifre e passaggi già avviati. La “decisione a contrarre” comunale indicherebbe un quadro economico da circa 400.000 euro. Un conte destinato forse a aumentare in ragione dei tre nuovi parcheggi?
Il nuovo passaggio a raso: più accessibile, ma va progettato bene
L’idea sarebbe di sostituire scale e rampe del cavalcaferrovia con un percorso a livello del suolo, “dietro la stazione”, passando vicino alla testa dei binari terminali della Roma-Nettuno e collegando di fatto via Marche (e le strade della zona “regioni italiane”) con via Visca. È un cambio con potenziali vantaggi veri: percorsi più corti, meno barriere per chi ha passeggini o difficoltà motorie, più spazio per bici. Oltre alle aree sosta ex novo.
Le domande scomode: tempi, sicurezza, parcheggi, controlli
Demolire un ponte è facile sulla carta. Farlo bene è un’altra storia. I cittadini hanno diritto a risposte nette: quando partono i lavori, quali cantieri e chiusure sono previste, come si garantiscono illuminazione, videosorveglianza, percorsi sicuri e accessi ordinati alla stazione? E soprattutto: i tre parcheggi annunciati saranno davvero fruibili o resteranno un rendering da comunicato?
Cosa può fare un cittadino: trasparenza, carte e pressione civile
La seduta è pubblica: andarci (o seguirla, se trasmessa) è già un atto politico. Poi c’è la parte pratica: pretendere che i progetti siano pubblici, disponibili on line, sul sito del comune, con planimetrie, cronoprogramma, piano sicurezza cantiere e pretendere che siano anche comprensibili.
Se mancano, si può fare richiesta formale di accesso agli atti. Infine: segnalare al comune e per tempo i punti critici (attraversamenti, illuminazione, barriere architettoniche). Perché tra il “ponte che cade a pezzi” e la “pista ciclo-pedonale promessa” con tre nuovi parcheggi c’è una distanza che si misura anche in vigilanza civica. Non solo nell’attendere che il Comune faccia bene le cose.