Nettuno, lo storico stabilimento trascina (di nuovo) lo stabilimento in Tribunale: “Quella concessione è nostra”

Lo scontro sulle concessioni demaniali Comune di Nettuno non si placa. La storica società T.M. S.r.l., già protagonista di una lunga stagione di contenziosi negli ultimi mesi, ha deciso di impugnare la sentenza del Tar Lazio che lo scorso gennaio aveva dichiarato improcedibile – quindi, in sostanza respinto – il ricorso relativo alla concessione n. 38/2009. Sul tavolo c’è un passaggio cruciale: l’autorizzazione ex art. 45 bis del Codice della Navigazione, ossia una specie di ‘subaffitto’, che la società ritiene avesse il diritto di ‘passare’ in favore della società B.B. Srls. Una richiesta che, invece, sarebbe stata negata dal Comune di Nettuno. Una vicenda che intreccia diritti storici, interpretazioni normative e, soprattutto, interessi economici legati alla gestione degli arenili.
Nettuno, dal Tar al Consiglio di Stato: lo stabilimento trascina il Comune di nuovo in Tribunale
Dopo il pronunciamento del TAR Lazio – Sezione seconda Quater (sentenza n. 431/2025), la T.M. non ha perso tempo: il 28 giugno 2025 ha notificato l’appello (ossia un ricorso ulteriore) al Consiglio di Stato, secondo e ultimo grado della Giustizia Amministrativa, chiedendo l’annullamento della decisione di primo grado.

Al centro della controversia resta la titolarità della concessione e la possibilità di trasferirla a soggetti terzi. Un nodo che non riguarda soltanto questo stabilimento ma rischia di diventare un precedente pesante per l’intero litorale di Nettuno, da anni terreno di scontro tra imprese storiche, nuovi gestori e l’amministrazione comunale.
Il Comune di Nettuno si difende
Per difendere le proprie ragioni, il Comune di Nettuno ha scelto ancora una volta l’avvocato Fabio Tonelli, del Foro di Latina, professionista che già rappresenta l’ente in numerose cause analoghe. La decisione è stata formalizzata con la deliberazione di giunta n. 170 del 22 agosto 2025, che autorizza la costituzione in giudizio dinanzi al Consiglio di Stato.
Un incarico esterno reso necessario dalla mancanza di un ufficio legale interno, come chiarito dall’Area Affari Generali e Contenzioso guidata dalla dirigente Daniela Ventriglia, con responsabile del procedimento Elisabetta De Santis.
I costi dell’incarico
Il Comune ha messo nero su bianco anche i costi dell’operazione. Secondo il preventivo presentato dallo Studio Tonelli, la spesa complessiva ammonterà a 2.918,24 euro, comprensiva di onorari, spese generali, cassa previdenziale e IVA. Una cifra giudicata congrua e sostenibile, coperta dal capitolo 10580 del bilancio 2025.
Una somma relativamente modesta se rapportata al valore economico delle concessioni in ballo, ma significativa per le finanze comunali già messe alla prova da una lunga serie di contenziosi sul fronte balneare.
Una storia che si ripete
Non è la prima volta che il nome T.M. finisce in un’aula di tribunale. Da anni la società rivendica la titolarità di concessioni ritenute “storiche” e contesta le scelte dell’amministrazione, accusata di voler ridisegnare a proprio piacimento la mappa delle gestioni sul litorale.
Anche la B.B., altro stabilimento coinvolto, è parte di un intricato mosaico di ricorsi e controricorsi che rischiano di rallentare qualsiasi tentativo di programmazione turistica della città. Ogni sentenza, di fatto, diventa un tassello di un puzzle sempre più complesso.
Implicazioni per la città
Il braccio di ferro non riguarda solo due imprese private e il Comune: tocca il futuro stesso del modello turistico di Nettuno. La gestione delle concessioni balneari è una delle leve economiche più delicate del territorio.
Ogni contenzioso apre scenari di incertezza che pesano sugli investimenti, sulla stabilità occupazionale e sull’immagine della città agli occhi dei visitatori. La questione, inoltre, si inserisce nel più ampio dibattito nazionale legato alla direttiva Bolkestein e alla necessità di riorganizzare il sistema concessorio in chiave di trasparenza e concorrenza.
Verso il nuovo giudizio in Tribunale
Adesso la parola passa al Consiglio di Stato, che sarà chiamato a decidere se confermare o ribaltare la sentenza del TAR. Un verdetto che non riguarderà solo una concessione ma definirà i confini delle prerogative comunali nella gestione del demanio marittimo. Nettuno resta dunque sospesa tra il desiderio di certezze e la realtà di un contenzioso che sembra non avere fine.
La battaglia legale è aperta. E, ancora una volta, il futuro del litorale passa da un’aula di tribunale.