Nettuno, maxi sequestro da 60 milioni di euro: così il giro dell’oro sporco finiva ripulito e rimesso in circolo (VIDEO)
Sessanta milioni di euro. È il valore, impressionante, dei beni congelati questa mattina dalla Guardia di Finanza su ordine della Procura di Velletri. Una cifra che racconta da sola la portata dell’indagine: un sistema capace di trasformare oro di provenienza illecita in metallo “pulito”, pronto per essere rivenduto sul mercato come se nulla fosse. Il tutto grazie a un circuito di compro oro, società cartiere e riciclatori professionisti che, secondo gli inquirenti, avrebbero alimentato un business milionario fondato su fatture gonfiate, transazioni fantasma e prelievi frazionati.
Il provvedimento firmato dal Gip del Tribunale di Velletri colpisce sei persone, ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di riciclaggio e reati fiscali. Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma e della Compagnia di Nettuno stanno dando esecuzione al sequestro, che blocca beni, conti e valori riconducibili a un giro d’affari che, secondo l’accusa, poggiava su una rete organizzata come una vera filiera parallela dell’oro.
Il “ciclo dell’oro sporco”: come funzionava il meccanismo
Secondo gli inquirenti, il cuore dell’operazione era l’acquisto occulto di oro e preziosi da parte di società attive nel mondo dei compro oro. Metallo di cui, in molti casi, sarebbe stata ignota o illecita l’origine. Per dargli una parvenza di legittimità venivano create fatture per operazioni inesistenti, emesse da società che esistevano solo sulla carta, oppure messe in scena finte compravendite da privati compiacenti. Una volta “ripulito” sulla carta, l’oro veniva poi inviato a fonderie e aziende compiacenti che contribuivano a spezzare ogni collegamento con la sua vera provenienza. Era così che il metallo tornava sul mercato senza più ombre apparenti.
Il passaggio successivo riguarda il denaro. Le somme generate dalla rivendita o dalla fusione dell’oro venivano trasferite ai riciclatori tramite assegni sotto la soglia dei controlli, versati su una pluralità di conti. Poi iniziava la fase decisiva: prelievi frazionati, spesso ripetuti nella stessa giornata in sportelli bancari differenti, così da aggirare i sistemi di monitoraggio. Da lì, i contanti tornavano ai promotori del sistema, chiudendo il cerchio del riciclaggio. Un giro creato per moltiplicare gli ostacoli alle attività di verifica e rendere quasi invisibile il flusso di denaro.