Nettuno, ‘No’ al condono della villa vista mare, ma la proprietaria potrà visionare la pratica: Tribunale condanna il Comune

Nettuno dice ‘No’ al condono della villa vista mare, ma la proprietaria potrà visionare la pratica: Tribunale boccia il Comune. Un condono edilizio richiesto quasi quarant’anni fa per una villa non lontana dallo splendido mare di Nettuno torna al centro della scena giudiziaria e politico-istituzionale. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha emesso una sentenza che, pur respingendo ogni via facilitata per regolarizzare l’immobile, ha riconosciuto alla proprietaria il pieno diritto di accedere a tutta la documentazione nelle mani del Comune relativa alla pratica.
Il caso riguarda un immobile situato nei pressi di via dei Frati, il cui condono era stato richiesto nel lontano 1986 dall’allora proprietario, oggi deceduto. La sua erede legittima, ha chiesto di visionare gli atti per comprendere lo stato della pratica e valutare eventuali profili di irregolarità.

Silenzio del Comune di Nettuno sulla villa vicino al mare, interviene il Tar
Nonostante l’istanza presentata formalmente via PEC il 19 febbraio 2025, e regolarmente protocollata il giorno seguente, il Comune di Nettuno ha scelto di non rispondere. Né una nota formale, né un diniego motivato: solo silenzio. Un atteggiamento che ha costretto la ricorrente a rivolgersi alla giustizia amministrativa.
Il Tar del Lazio ha ritenuto fondata l’azione legale presentata, riconoscendo la legittimità dell’interesse della proprietaria ad accedere agli atti totale. Secondo i giudici, la richiesta era dettagliata, circostanziata e pienamente legittima in quanto presentata da un’erede diretta del richiedente originario.
Accesso garantito sui documenti della villa: documenti di nettuno sotto la luce
La sentenza impone al Comune di Nettuno di rendere disponibili, entro 30 giorni, quindi entroil prossimo 28 luglio, tutti i documenti richiesti dalla ricorrente. La visione dovrà avvenire anche tramite strumenti telematici, garantendo così piena trasparenza sulla documentazione afferente alla pratica di condono edilizio del 1986.
Per il Comune di Nettuno si tratta di una nuova sconfitta legale, ma anche di un chiaro segnale da parte della giustizia: la pubblica amministrazione non può più sottrarsi agli obblighi di trasparenza. La mancata risposta, classificata come “silenzio–diniego”, è stata annullata e il Comune dovrà anche sostenere le spese del giudizio, quantificate in 1.500 euro.
Gratuito patrocinio riconosciuto dopo il No del Comune di Nettuno
Parallelamente al ricorso principale, la proprietaria aveva richiesto l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Una prima domanda era stata respinta per carenze documentali e motivazionali. Tuttavia, con una seconda istanza corredata da tutte le autocertificazioni previste per legge, la richiedente è riuscita a ottenere il beneficio.
Il Tribunale ha riconosciuto che l’infondatezza inizialmente rilevata non era più attuale, soprattutto alla luce della vittoria in giudizio. Il diritto a una difesa gratuita è stato così confermato, anche per future istanze legali connesse alla stessa vicenda.
Nessun condono, ma il diritto alla trasparenza
La questione centrale non riguardava l’esito della pratica di condono — tuttora incerta o forse già respinta — ma la possibilità per l’erede di accedere agli atti e verificare lo stato della situazione amministrativa. Il diritto alla trasparenza e alla conoscenza delle proprie pratiche edilizie è stato riaffermato con forza.
Il Tar non entra nel merito dell’abuso edilizio né conferma o rigetta il condono, ma apre la strada a una possibile verifica della documentazione. Un passaggio fondamentale per comprendere se vi siano margini per una nuova richiesta, per un contenzioso più ampio o, semplicemente, per prendere atto di un diniego ormai definitivo.
Il ruolo (marginale) dell’associazione
Il verdetto emesso dal Tar Lazio rimane una vittoria personale per la cittadina coinvolta, ma rappresenta anche un monito per la pubblica amministrazione: il diritto di sapere cosa succede nelle stanze del potere locale è oggi, più che mai, garantito dalla legge. Il Comune di Nettuno ha facoltà di ricorrere in secondo grado contro tale sentenza del Tar. Ma certo il nostro auspicio è che il principio di Trasparenza – spesso invocato solo a livello legale ma non nei fatti – si trasformi in realtà concreta quanto prima. A Nettuno ma non solo.
