Nettuno, stop all’asilo nido abusivo che accoglieva 19 bimbi: pugno duro di Comune, Asl e Guardia di Finanza

Un asilo nido, come quello di Nettuno, foto generica

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Nettuno, una sezione “primavera” completamente abusiva, frequentata da 19 bambini tra i 18 e i 36 mesi, è stata chiusa a Nettuno dopo un blitz congiunto di Polizia Locale, Asl e Guardia di Finanza. Un asilo nido che operava in centro città e da tempo senza alcuna autorizzazione, né sanitaria né amministrativa, in spregio alle norme regionali che regolano i servizi educativi per la prima infanzia.

Dietro le porte di una normale abitazione, il gruppo di piccoli frequentava ogni giorno un’attività educativa strutturata, con orari, routine e personale, ma senza alcuna traccia delle licenze richieste dalla legge. Un servizio “fantasma”, dunque, che accoglieva bambini in tenerissima età in un contesto privo di garanzie, sia per la sicurezza sia per la salute.

Il blitz e le scoperte choc

Il sopralluogo è scattato il 6 ottobre 2025, dopo alcune segnalazioni giunte agli uffici comunali. Gli agenti della Polizia Locale, accompagnati da assistenti sociali e tecnici sanitari, hanno trovato all’interno della struttura 19 bambini impegnati in attività educative, accuditi da personale non accreditato. Dai documenti raccolti è emerso che il servizio operava in totale assenza di autorizzazione, violando in modo palese la Legge Regionale 7/2020, che stabilisce regole ferree per l’apertura di asili e sezioni primavera. Nel verbale di accertamento, gli agenti parlano di “attività educativa abusivamente esercitata”, e la relazione dell’Asl conferma “l’assenza di titoli abilitativi per il funzionamento del servizio”. Un caso che, come sottolineano fonti interne al Comune, “non poteva essere ignorato neanche per un giorno in più”.

L’ordinanza di Nettuno: sospensione immediata dell’attività

Il giorno successivo al blitz, il dirigente comunale ha firmato l’ordinanza di sospensione immediata. Nessun preavviso, nessuna finestra di difesa: la gravità del fatto, scrive il Comune, “giustifica l’immediato intervento senza necessità di comunicazione preventiva”, come previsto in casi di urgenza dalla legge 241/90.

Il provvedimento ordina la cessazione totale dell’attività educativa e impone la comunicazione ai genitori o tutori di tutti i bambini frequentanti. La Polizia Locale è incaricata di vigilare sull’esecuzione del provvedimento e di segnalare all’autorità giudiziaria eventuali violazioni. Chi non si adeguerà rischia una denuncia per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, reato punito dall’articolo 650 del Codice penale.

Bambini senza tutele: il rischio occulto dietro il gioco. Stop di Nettuno

Al di là dei dettagli burocratici, la vicenda solleva una questione drammatica: diciannove bambini, alcuni appena più che neonati, ospitati in un luogo non verificato, non controllato, non riconosciuto. Nessuna garanzia igienico-sanitaria, nessuna certificazione sulla sicurezza degli ambienti, nessuna assicurazione sulla professionalità del personale.

Il funzionamento di una sezione “primavera” richiede standard elevati, con personale formato e locali conformi. L’attività abusiva, al contrario, espone i piccoli a rischi concreti — dagli incidenti domestici alle infezioni — senza che nessuno possa intervenire in modo preventivo. Una bomba a orologeria scoperta solo grazie a un controllo mirato.

“Il benessere dei bambini è la priorità assoluta”, ha commentato un funzionario comunale. “Chi opera nell’educazione non può improvvisarsi. Le famiglie devono potersi fidare, e noi siamo tenuti a garantire che questo accada”.

Linea dura e indagini a tappeto a Nettuno sulla rete di ‘silenzi’

L’ordinanza di sospensione è solo l’inizio. Le autorità locali annunciano controlli serrati su tutto il territorio per individuare altre strutture non in regola. La Guardia di Finanza, intanto, si occuperà di verificare anche eventuali profili fiscali e contributivi: pagamenti, rette, rapporti di lavoro.

Il messaggio è chiaro: nessuna tolleranza per chi lucra sulla fiducia dei genitori e mette a rischio i più piccoli. Comune e Asl hanno adottato una linea di rigore, nella convinzione che “l’infanzia non è terreno per esperimenti o scorciatoie”.

Famiglie indignate e Nettuno sotto shock

Tra i genitori, la scoperta ha scatenato rabbia e sconcerto. “Ci avevano garantito che era tutto a norma”, racconta una madre che ha ritirato il proprio figlio dopo la sospensione. “Abbiamo affidato i nostri bambini convinti che fosse un asilo autorizzato. Invece era tutto abusivo. È inaccettabile”.

In città, l’episodio è diventato argomento di discussione e indignazione. Molti chiedono controlli capillari, altri puntano il dito contro la burocrazia che, troppo spesso, permette a certe attività di passare inosservate. Ma una cosa è certa: l’intervento di questi giorni segna una svolta. Dopo anni di tolleranza silenziosa, il Comune sembra deciso a ripulire il settore da ogni forma di irregolarità.