La “carriera” di Zingaretti nel mirino della Lega alla Pisana

Carriera Zingaretti

Nicola Zingaretti ha un problema di carriera. Non di degrado morale che emerge sempre di più nella regione Lazio. No, Zingaretti si è proprio stufato di rischiare la carriera per le colpe degli altri. Sempre gli altri.

Concorsopoli la vuole schizzare da sé. Il Pd è infognato con suoi esponenti politici nella nuova bufera sulla Pisana che è costata già la testa – e la seggiola – al non più presidente del Consiglio regionale, Mauro Buschini. Su alcuni giornali emergono i retroscena. Zingaretti l’avrebbe giurata proprio a Buschini “Per me è finito”, sibilando che “così mi rovinate la carriera”.

La carriera di Zingaretti…

Suggeriremmo al governatore, se fosse ancora in sé, di non scaricare le proprie colpe. Perché i tanti e troppi compagni assunti gli portano valanghe di voti. E semmai dovrebbe scrivere un altro bel post come quando si dimise da segretario del Pd per confessare di vergognarsi anche della regione che governa.

Non è che nel partito che guidava erano brutti sporchi e cattivi e ora basta scaricare il presidente del Consiglio regionale.

E poi, di che carriera parla? Si vuole forse candidare al Campidoglio per liberarsi anche di questo fardello della Pisana? Mai autocritica per chi sceglie nei posti in cui decide lui?

Eppure si è sempre trattato di fedelissimi. Chiede il gruppo della Lega alla Pisana: “È vera la frase ‘Mi state rovinando la carriera’ con cui è sbottato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sulle assunzioni Pd? Sarebbe davvero grave, anche perché il governatore del Lazio e l’ex segretario del Pd preferirebbe la propria carriera al governo del territorio e ai cittadini.

Questo sfogo è l’ennesimo del “presidente che non c’entra mai nulla” e che ricorda le docce fredde dell’ignaro Zingaretti con la vicenda dei palazzi d’oro della Provincia di Roma; con l’ex capo di gabinetto Maurizio Venafro per la gara Cup di Mafia Capitale; col finanziatore della sua campagna elettorale 2013 Salvatore Buzzi; col direttore regionale della Protezione civile Carmelo Tulumello sul mascherina-gate e, infine, con l’ex presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini, l’agnello sacrificato sull’altare dei mal di pancia correntizi del Pd. E Zingaretti vorrebbe andare in Campidoglio con queste premesse?”.

Gli amici gettati a mare

Zingaretti in effetti getto’ a mare Maurizio Venafro, senza neppure tentare di difenderlo. Sbalzò Marco Vincenzi da capogruppo (e ora i grillini lo dovranno votare come nuovo presidente della Pisana per una meravigliosa vendetta della storia). Ci è mancato poco che dicesse di non sapere nulla dei finanziamenti di Salvatore Buzzi in campagna elettorale. Dello scandalo mascherine non sa nulla. I dirigenti illegittimi sbugiardati dalla giustizia amministrativa? Io non c’ero e se c’ero dormivo.

Assieme a tante altre cose che sarebbe impossibile tacere se davvero ci provasse a mettere il naso in Campidoglio.

A Zingaretti fa difetto la dote dell’autocritica, perché è sempre colpa degli altri, come sa bene lo stesso Goffredo Bettini.

Ma continuare così non va bene. Perché la ruota gira, soprattutto quando le botte le dai in casa pretendendo di essere sempre difeso anche quando sbagli.