No all’utero in affitto “modello Vogue”: ecco perché è giusto scendere in piazza e firmare

utero in affitto

Utero in affitto: in poche parole, i bambini da comprare come un abito firmato, come quelli pubblicizzati su Vogue. E ogni riferimento alla rivista che ha ospitato in copertina Elly Schlein non è puramente casuale. Proprio la segretaria del Pd ha dirottato il suo partito sulla deriva radical(e) chic anche su questo tema. La maternità surrogata come un diritto naturale, magari come il “diritto al lusso”, al personal shopper e all’amocromista. Una deriva che sta facendo scappare dal Pd cattolici e quei pochi moderati che erano rimasti.

Utero in affitto? No, grazie. La lega in 500 piazze per la raccolta firme

Contro questa visione del mondo scende in piazza il centrodestra. E non lo fa metaforicamente. Lo ha annunciato ieri Matteo Salvini. «Saremo in 500 piazze italiane, anche sotto l’acqua, a raccogliere le firme perché l’utero in affitto sia riconosciuto come reato universale», ha detto a Vicenza il ministro alle infrastrutture e leader della Lega.

«Una parlamentare veneta, Ingrid Bisa, ha incardinato una proposta di legge in commissione giustizia – ha spiegato Salvini – che impedisca che la donna venga considerata un utero da affittare e il bimbo un oggetto da comprare. Non è questa la mia idea di futuro e di famiglia», ha ribadito Salvini.

Anche Fratelli d’Italia ha avviato una mobilitazione sullo stessto. «Anche a Torino come nel resto d’Italia Fratelli d’Italia organizza gazebo per raccogliere le firme a sostegno della proposta di legge per rendere in affitto reato universale. Riteniamo l’utero in affitto un sopruso nei confronti delle donne e dei minori, che non possono essere concepiti come un prodotto», ha detto la parlamentare torinese Augusta Montaruli. 

«Dietro la campagna per le trascrizioni anagrafiche, promossa da Chiara Appendino prima, e poi dalla giunta Lo Russo, si cela troppo spesso la mercificazione del corpo per tante donne povere sfruttate da coppie ricche – ha detto la Montaruli – che possono scegliere il futuro bambino da un catalogo».

Quindi proprio nel week end della festa della mamma, tutti in piazza contro l’utero in affitto. Perché quando si sfrutta una mamma e se ne vende il bambino per soldi non è più una questione di destra o sinistra, ma di etica, giustizia e umanità.