I noiosi del 25 aprile riescono a contestare pure Letta.

Noiosi 25 aprile

Come al solito, noiosi, un 25 aprile nel quale non riesce a sfilare tranquillo neppure Enrico Letta. Diviso dai divisivi. Perché se non ci fossero stati servizi d’ordine e polizia le avrebbe prese pure lui dai “pacifisti”.

Di “feste” a Roma ne hanno dovuto fare due, perché Calenda e soci sapevano di non essere ammessi al ballo tradizionale dell’Anpi. Uno spettacolo davvero deprimente nel nome della cosiddetta unità antifascista.

I soliti noiosi del 25 aprile

Al solito, la Brigata Ebraica si è dovuta cibare – a Milano – i consueti fischi e stavolta è toccato in spirito pure alla Nato, di cui qualcuno ha osato esibire la bandiera. E per fortuna Zelensky non si è affacciato alle manifestazioni, neppure in videoconferenza. Avremmo sentito gli ululati.

Ogni anno il 25 aprile offre a decine di milioni di italiani una scampagnata decisamente migliore fuori porta, per evitare ira e aggressioni. Quest’anno, in più, ci si è messo, sui social, il capogruppo del Pd alla regione Marche, Mangialardi, che non ha trovato di meglio che postare Salvini e la Le Pen a testa in giù. Niente solidarietà da sinistra al leader leghista. È il tonfo della democrazia.

Un consiglio all’on. Donzelli

Stupisce anche per questo l’uscita dell’on. Donzelli di Fratelli d’Italia che esprime solidarietà a Enrico Letta contro i noiosi che considerano il 25 aprile cosa loro. “Figuriamoci se ci fossimo andati noi”. Vero, caro Giovanni, ma perché ci saresti dovuto andare? Si sa chi partecipa, tra antagonisti e altra roba del genere. Lì rischiano tutti quelli non allineati, decidono quelli che godono alla testa in giù del Nemico, alcuni di loro sono addirittura equidistanti tra russi e ucraini. Che ci deve andare a fare la destra, lì?

Non c’è alcun bisogno di prestarsi a offrire lo scalpo a quelli che odiano l’altro, agli eterni duellanti un po’ invecchiati. Nobile la finalità espressa da Donzelli, ma il regalo sarebbe stato immotivato, immeritato, inutile.