Il governo italiano non deve far passare la nomina di Di Maio

Nomina Di Maio

Ma perché dobbiamo ostinarci a far passare questa incredibile nomina di Luigi Di Maio come inviato dell’Unione Europea nel Golfo persico? Possibile che non ci sia alcun argomento, per il governo italiano, per bloccare una decisione europea che inevitabilmente danneggerà il nostro Paese?

La nomina di Di Maio sarà comunque targata Roma e su questo non c’è dubbio. E se Roma non è d’accordo ci sarà pure una modalità per farla saltare. Anche per evitare di essere persino sfottuti dai paesi arabi che in queste ore si stanno sbellicando dalle risate.

Bloccare la nomina di Di Maio

Mandare Di Maio nel Golfo dimostra che l’Ue non è seria”, ha dichiarato al quotidiano francese Le Monde Cinzia Bianco, esperta della regione al Consiglio europeo sulle Relazioni estere. Parole come picconate: la ragione, a suo dire, risiede nel fatto che da ministro degli Esteri non ha avuto buone relazioni” e nel fatto che non “sia percepito come una personalità di peso”. E questo era oggettivamente già noto in Patria…

Di più. Si tratta di un’opinione condivisa e rilanciata su Twitter dal capo del Centro di ricerca sulle politiche pubbliche di Dubai, Mohammed Baharoon. Che ha aggiunto sferzante: “La nomina di Luigi Di Maio deve avere un profondo senso dell’umorismo europeo che mi sfugge”. Ecco la domanda, nostra stavolta: “Qual è il motivo per cui dobbiamo accettare di essere umiliati come Nazione?”.

Un sussulto di dignità nazionale

Ci sono questioni che esigono un sussulto di dignità nazionale, che non possono essere superate fischiando per aria o voltandosi dall’altra parte. Il fatto che l’operazione Di Maio sia partita col governo Draghi è un’aggravante e non un’attenuante: l’esecutivo di Giorgia Meloni – non ne abbiamo dubbi – è contrario a quella scelta e non basta dire no per stare a posto. Bisogna evitarla, tutto qui, e con l’autorevolezza che deve mettere in gioco l’Italia. Se a Di Maio sono andate male le elezioni politiche non è un buon motivo per garantirgli un privilegio di quel livello.