Non bastavano le buche. Adesso i marciapiedi di Roma sono una giungla

Non bastavano le buche sui marciapiedi. Come quella sulla quale pochi giorni fa è caduta una donna all’incrocio tra Castro Pretorio e viale Regina Margherita. Rompendosi l’ulna e il radio. Con la necessità di sottoporsi a due interventi chirurgici per ricomporre le fratture. Ma adesso, sono anche le erbacce a dare fastidio ai pedoni. Rendendo spesso il transito quasi impraticabile. Con l’unica soluzione, molto pericolosa, di abbandonare il marciapiede e di spostarsi sulla carreggiata. Magari con figli al seguito, la mattina mentre si va a scuola. Con le persone anziane, i soggetti fragili e i disabili che ovviamente sono i più penalizzati. Ma perché negli ultimi mesi i marciapiedi di Roma assomigliano sempre più a una giungla incolta che ad un luogo sicuro percorribile dai pedoni? Il problema starebbe in una precisa scelta del Campidoglio. Che ad inizio 2020, ha tolto ad Ama il servizio dello sfalcio delle erbacce. Trasferendo la competenza ai Municipi. Con le relative risorse, che però sono arrivate in grave ritardo. E che molti politici locali, hanno giudicato insufficienti. Insomma, un modo per scaricare la patata bollente sui territori. Spostando semplicemente il problema. Ma peggiorando la qualità della vita dei cittadini romani.

Castro Pretorio, donna cade sulle buche del marciapiede e si rompe un polso

I Municipi contro la Raggi per le erbacce nei marciapiedi. Il Campidoglio si è mosso in ritardo

La scelta di togliere ad Ama la manutenzione del verde e lo sfalcio delle erbacce sui marciapiedi per trasferire la competenza ai Municipi non ha funzionato. Perché i soldi messi sul piatto dal Campidoglio sarebbero troppo pochi. Inoltre, il bilancio dello scorso anno era stato approvato a febbraio. Quindi le risorse economiche sono arrivate sui territori in primavera. E si sono dovuti fare i bandi, in attesa di un accordo quadro con il Comune che non si è mai perfezionato. Insomma, ad oggi molti mini sindaci non sono risusciti ad impegnare i fondi disponibili per questa attività. Mentre altro hanno esaurito le poche decine di migliaia di euro a disposizione. E non possono fare più nulla.

“Ci sono due problemi. Il primo riguarda le risorse, il secondo la tempistica. Per quanto concerne i fondi, al Municipio VIII sono stati dati solo 80mila euro per i primi sei mesi” ha spiegato l’assessore municipale Michele Centorrino. Una condizione che però non è comune a tutti i municipi. Nel nono, ad esempio, fanno sapere di aver ricevuto più di 200mila euro. Grossomodo la stessa somma percepita anche nel VII, il più popoloso di Roma. Ma anche per chi avuto di più, rimane il nodo dei tempi. “Per avere i fondi abbiamo dovuto aspettare l’approvazione del bilancio, il cui via libera è arrivato a febbraio. Dopodichè abbiamo dovuto predisporre i bandi per un servizio, il diserbo, che i municipi non hanno mai svolto” ha concluso Centorrino. E ci sono voluti altri due o tre mesi. In definitiva l’attività non è ancora partita, com’era prevedibile. “Il Campidoglio però avrebbe dovuto pensare ad una soluzione per non lasciare scoperto il periodo che va da gennaio ad oggi”.

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