Non c’è mobilitazione antifascista: sindacati mollati dal Pd

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Poveri sindacati, rimasti soli e senza Pd nella vertenza – per ora parolaia – sulle pensioni. Mario Draghi li ha pure mollati nel pieno della trattativa e nessuna voce rossa si muove a soccorso.

Ci vorrebbe una bella mobilitazione antifascista per ritrovarsi uniti con Letta e soci.
Ma sulle questioni sociali non c’è più nulla da fare, il Nazareno è sintonizzato sul pianeta Draghi e i diritti dei lavoratori e dei pensionati possono farsi friggere. W la Fornero e state muti.

Il che è incredibile: almeno Matteo Salvini ci prova, la “sinistra” abbozza e basta sui diktat del premier.
Acuta la riflessione di Gianni Alemanno sul tema: i sindacati “si sono accorti solo ora della natura ultraliberista di questo governo”.
Ha ragione ed è il motivo per cui il Pd è costretto a voltare la faccia dall’altra parte rispetto ai sindacati.
Del resto, anche la brutta storia del green pass per lavorare la dice lunga sulla concezione che ha Draghi del diritto al lavoro. Se non ti punturi non mangi.

Di qui, non diventa una sorpresa quello che accade sulle pensioni, tutto tragicamente coerente.
Dice Alemanno, uno che non ha timore di definirsi sovranista: tra poco il Pd appecoronato all’Unione europea potrebbe accusare Cgil Cisl e Uil di essere “fascisti”…

Così impareranno – quelli della triplice – a fare il loro gioco in campagna elettorale quando improvvisarono la loro “mobilitazione” nel giorno del silenzio elettorale. Ora che dovrebbero vedersi restituito il piacere, Letta non se li fila proprio, neppure di fronte al totem delle pensioni.

Del resto, con la sinistra va sempre così: ti blandisce fino a quando servi, poi ti scarica dopo l’uso. Dovrebbe finalmente capirlo anche una certa destra che sembra in estasi quando uno di loro parla bene di uno di noi. Salvo eccezioni, non lo fanno mai sinceramente, c’è sempre un retropensiero ideologico. Ma c’è chi ci casca.