Non possono usare i telefonini: gli immigrati in attesa di rimpatrio attaccano le Forze dell’Ordine

Lanci di frutta e di bottiglie di acqua. È successo nel primo pomeriggio di lunedì scorso al Centro per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria. A innescare le proteste è stata una divergenza tra gli ospiti del centro e le forze dell’ordine riguardo all’orario stabilito per l’uso dei telefoni. Secondo quanto riferiscono fonti delle forze armate una cinquantina di persone, principalmente magrebini, hanno protestato chiedendo di poter avere un contatto con l’esterno.
Richieste respinte
La richiesta è stata respinta con la motivazione che era posta in un orario in cui non sono consentite le telefonate. In breve tempo, dai toni accesi si è passati alle mani. Nella colluttazione, durata oltre un’ora, sono stati distrutti gli alloggi del settore maschile, alcuni cancelletti sono stati divelti e si è verificata un’irruzione negli uffici amministrativi. All’inizio delle tensioni, a gestire la sicurezza nella struttura, erano presenti cinque carabinieri soltanto. La protesta è rientrata quando i militari sono stati raggiunti da una squadra di dieci unità della polizia. In tutto nel Cpr di Ponte Galeria alloggiano 111 stranieri in attesa di rimpatrio e le norme non consentono l’uso di un cellulare personale.

La denuncia del sindacato
I fatti sono stati resi noti dall’associazione sindacale dei carabinieri Unarma: “I colleghi, con immediata prontezza e professionalità, hanno dovuto per l’ennesima volta, sedare la rivolta di 40-45 magrebini. È l’ennesima rivolta all’interno del Cpr di Ponte Galeria, ci aspettiamo i rinforzi promessi prima che sia troppo tardi”, ha spiegato il segretario generale di Unarma, Antonio Nicolosi.