Non saranno i centri sociali. Il 2 giugno, Roma (video)

Centri sociali 2 giugno

Non saranno i centri sociali, ma gente che lavora e non si vuole più far prendere in giro. I media stanno sottovalutando quello che può accadere a Roma il prossimo 2 giugno. Inizialmente la data è stata indicata dai cosiddetti “gilet arancioni” del generale Pappalardo, in realtà molte categorie stanno pensando di organizzarla come una sorta di adunata.

A Roma, a Montecitorio, alle 10 del mattino, per una parata assolutamente alternativa a quella ufficiale. E se il tam tam della rete ha un significato, i numeri potrebbero essere notevoli. E prima del 2 giugno, il 30 maggio, ci sarà chi si radunerà nei capoluoghi di provincia.

Niente centri sociali, ma gente che vuole lavorare

Non sarà una protesta egemonizzata da partiti. A meno che non si solleciti il sostegno delle forze di opposizione. Ma resta comunque clamorosa la voglia di scendere in piazza, che fa da contrasto assolutamente opposto ai cosiddetti sondaggi che vedrebbero il premier Conte in testa al gradimento popolare.

Roma, con le persone che potrebbero arrivare da ogni dove, si incaricherà probabilmente di dimostrare esattamente il contrario. A meno che il governo non si metta a reprimere anzitempo la protesta. Perché con questa gente che sta a Palazzo Chigi può succedere di tutto. Ma, lo ribadiamo, non stiamo parlando di teppisti dei centri sociali.

Sono i commercianti multati a Milano per aver dimostrato civilmente in piazza. Si tratta di quelli stanchi delle minacce continue di sanzioni come ha fatto ieri il ministro Boccia contro un bar di Roma. Parliamo di chi in Calabria vede chiudere dal governo e dal Tar l’attività che la regione aveva consentito di riaprire.

Il 2 giugno potrebbe essere la data limite

Quando il popolo dice basta, è basta. Ieri ne abbiamo avuto un assaggio anche a Firenze – qui sotto il video sulla protesta dei ristoratori, che merita di essere visto – come in tante altre città. Il 18 da data simbolo dell’uscita dal lockdown lo stanno trasformando, al governo, in un incubo con le cervellotiche raccomandazioni dei signori di quel misterioso comitato tecnico scientifico su cui Conte scarica la responsabilità delle decisioni.

Se si continua così l’esasperazione rischia di diventare incontrollabile. E guai a chi dovesse pensare di fermare gente perbene che vuole venire nella Capitale per dire ad alta voce quello che pensa. Ma il clima di intolleranza c’è ed è alimentato proprio da Conte e compagnia.

Qualcuno si incarichi di placare i bollenti spiriti degli aspiranti dittatori che stanno abusivamente al governo. Se gli italiani vogliono manifestare a Roma lasciateli in pace. Perché si comporteranno civilmente esattamente come hanno fatto durante questi lunghissimi due mesi. Semplicemente, non vogliono più essere presi per il culo.

La decina di minuti di durata del video qui sotto aiuta a capire che cosa bolle nella pancia della Nazione. Riaprire alle condizioni che il governo pensa di imporre sarà molto complicato. E lo dicono anche a Roma.