Nuova batosta per le illegittime censure di Facebook: giudice lo condanna a riaprire un profilo

facebook censura (2)

Nuova smentita per i comportamenti censori e liberticidi di Facebook. La multinazionale infatti crede di poter limitare la libertà di pensiero e di opinione degli utenti, ma sempre più spesso si vede sconfessata dalla magistratura. Così è accaduto a un no-vax, che nei giorni scorsi aveva espresso il suo pensiero sul suo profilo, e si era visto chiudere dalla mannaia di Facebook. Anzo, l’utente aveva solo postato un articolo in cui si negava la pandemia, e Facebook arbitrariamente lo aveva eliminato senza se e senza ma. Ora però il tribunale di Venezia ha definito “illegittima” la cancellazione da parte del social network. Facebook dimentica sempre che la sua policy è assolutamente unilaterale e quindi arbitraria: non può cancellare chi vuole quando vuole solo perché le opinioni espresse non vanno benea qualcuno dei responsabili.

L’utente si è rivolto ai giudici dopo l’iniziativa di Facebook

L’utente si è rivolto ai giudici, come dovrebbe fare ognuno di noi quando ‘ colpito dalla mannaia del pensiero unico di Facebook e il collegio gli ha dato ragione. La chiusura è “non giustificata sul piano contrattuale e lesiva di interessi fondamentali come quello alla vita privata e familiare ed alla libera manifestazione del pensiero“. Il tribunale ha giustamente condannato Facebook a riaprire subito il profilo dell’utente, e per sì che questo accada ha stabilito una penale di 100 euro per ogni giorno di ritardo.

Facebook non aveva dato le spiegazioni richieste dall’utente

Il ricorso sell’utente, ci dice il Corriere della Sera, è stato presentato da Emanuele Compagno, avvocato veneziano. Che ha fatto rimangiare l’iniziativa a Facebook, vincendo la causa. “Il mio assistito, un cittadino di Camponogara, dall’oggi al domani ha visto improvvisamente sparire il suo profilo che aveva da 14 anni. Lo dice Compagno. Aveva anche scritto a Facebook per chiedere la ragione di questa scelta ma non ha mai ricevuto risposta. Ha deciso così di seguire le procedure ufficiali e si è rivolto a me”. Prosegue il legale: “Non è stato facile. Noi eravamo disarmati, ci avevano chiuso il profilo, quindi non avevamo accesso ai post incriminati. E poi si tratta di un colosso internazionale, con una copertura legale importante”.

Facebook pagherà 100 euro per ogni giorno che il profilo resterà chiuso

I giudici veneziani, Silvia Barison, Silvia Franzoso e Carlo Azzolini hanno deliberato in favore della richiesta dell’utente. Stabilendo contemporaneamente gli “astraints”, ossia una mora da pagare per il colosso dei social per ogni giorno in cui il profilo non tornerà online (100 euro al giorno). “Il provvedimento è stato notificato il 15 febbraio – continua Compagno – ora staremo a vedere”.