Nuove minacce di Mosca all’Italia: “Con altre sanzioni ci saranno conseguenze irreversibili”

Putin, Mosca sanzioni

Mosca mette in guardia l’Italia dall’assumere un atteggiamento ancora più duro sul piano delle sanzioni e minaccia “conseguenze irreversibili”. E’ quanto affermato all’agenzia Ria Novosti Alexei Paramonov, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo. Mosca, ha detto Paramonov senza però fornire dettagli, sta lavorando a una risposta alle sanzioni “illegittime” degli Stati Uniti e dell’Unione europea. Citando la dichiarazione del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire sui piani dell’Ue per lanciare una “guerra economica e finanziaria totale” contro la Russia, Paramonov ha affermato: “Non vorremmo che la logica delle dichiarazioni del ministro trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili”.

La Francia e le sanzioni a Mosca: senza gas russo ricorrerà al nucleare

Un altro pacchetto di sanzioni della Ue potrebbe comprendere un’azione più incisiva sui trust e le società schermo, per ‘stanare’ gli oligarchi e le loro ricchezze nascoste in Europa e altre azioni, dopo che l’ultimo pacchetto ha persino vietato le esportazioni di beni di lusso dall’Ue verso la Russia, una misura dal valore ‘psicologico’ se non simbolico, dato che non priva Mosca di valuta pregiata, ma taglia il fatturato delle aziende Ue che esportano beni di lusso in Russia. L’elefante nella stanza è l’energia: come ha detto l’Alto Rappresentante Josep Borrell, i Paesi Ue, comprando da Mosca gas, petrolio e carbone, forniscono valuta pregiata che il Cremlino può utilizzare per sostenere lo sforzo bellico in Ucraina.

Ma tagliare il gas russo per alcuni Paesi Ue sarebbe una scelta molto onerosa, se non devastante. Avere un elenco preciso dei Paesi più reticenti ad andare avanti su questa linea è molto difficile, ma ci si può fare un’idea guardando quali sono gli Stati che maggiormente dipendono dalle importazioni di gas russo: Finlandia per il 94% dell’import di gas, Lettonia 93%, Bulgaria 77%, Germania 49%, Italia 46%, Polonia 40%, Francia 24%, Olanda 11%, Romania 10% (dati Statista.com, 2020). Sono numeri che vanno presi con beneficio di inventario, ma danno un’idea di quali sono i Paesi che hanno buoni, se non ottimi motivi, per sperare che non si debba mai arrivare ad un passo simile.