Nuovo asfalto sulla Ostiense, ma ormai Elena Aubry non c’è più

Dopo due anni dalla morte di Elena Aubry finalmente la via Ostiense è stata rifatta. E come dice amareggiata Graziella Viviano –  madre della giovane studentessa di Roma 3 che perse la vita il 7 maggio 2018 – ci voleva la tragedia. La ragazza perse infatti il controllo della sua moto che andò a schiantarsi sul guardrail, all’altezza di Cineland Ostia. In un tratto di strada con asfalto completamente sconnesso. Tutti arrivarono alla stessa conclusione. Sia il consulente della Procura che i due testimoni chiave dell’incidente. È stata colpa della strada che allora, sempre sotto l’amministrazione 5Stelle, andava risistemata.

In Australia per le strade asfalto nuovo in 2 giorni. A Roma ci vogliono anni e poi non durano

Fuori tempo ma sempre meglio tardi che mai,  i lavori sono stati portati a termine dopo due anni dalla tragedia. E fuori luogo sono anche i toni trionfalistici di Giuliana di Pillo, presidente del X Municipio di Roma. Che dichiara sui social ecco la via Ostiense come non l’avete mai vista. Una strada importantissima, che abbiamo rimesso a nuovo. Con lavori a regola d’arte e asfalto che durerà nel tempo. Parole che non sono piaciute alla famiglia Aubry. Perché ora la strada è riaperta alla circolazione, piatta come un tavolo da biliardo. E ci passeranno altre moto che grazie al sacrificio di Elena non dovranno più fare la gincana tra le buche e i dossi. Ci auguriamo davvero che i benefici di questi lavori durino a lungo. Ma possibile che ci sono voluti prima la tragedia e poi due anni per ripristinare una situazione di normalità? Stiamo parlando del riassestamento di un tratto di strada. Non di costruire un intero quartiere. In Australia per asfaltare una via di 5 km ci mettono due giorni.

L’amministrazione Raggi lascia la città nel degrado e nell’incuria

Nella giornata di sabato il movimento 5Stelle ha annunciato la fine dei lavori sulla via Ostiense. Ma manca ancora da rifare un pezzo di asfalto verso Ostia Antica. Di competenza della Città metropolitana, che verrà ultimato da Acea dopo i lavori di scavo per la sostituzione di una parte della condotta idrica. Farlo prima – quindi contemporaneamente al tratto di via incriminata – sarebbe stato un dispendio inutile di soldi da parte del Comune. Così si giustificano in Municipio. Fatto sta che evidentemente i lavori non sono ancora finiti ad oggi e chissà quando saranno ultimati. Come sono rimasti agibili ma pieni di buche e radici, altri tratti di arterie importanti per la viabilità nella Capitale. Come per esempio la via Aurelia all’entrata di Roma. Dove le radici dei pini marittimi creano dei dossi così pericolosi che gli automobilisti rallentano per la propria incolumità. Senza bisogno di cartelli stradali che lo impongano.

Ecco le altre strade dissestate della Capitale 

E le altre strade di Roma in che condizioni versano? Ottime a detta del consigliere 5stelle Ferrara, fedelissimo della sindaca. Che dichiarò: Raggi ha fatto più strade degli antichi Romani. Ma i cittadini indignati e preoccupati non la pensano così. E per esempio si affidano alle pagine del Corriere per denunciare le strisce pedonali inesistenti e strade dissestate nel quartiere Nomentano. In un Municipio denso di scuole e uffici pubblici. Dove le auto sfrecciano come fulmini. E la segnaletica fantasma deteriorata dal tempo e dall’incuria rende ogni attraversamento un pericolo per i pedoni. Per non parlare del degrado intorno a Villa Torlonia. E in periferia, come denunciato dal sito Dillo a Noi Roma. A San Basilio come sulla Palmiro Togliatti. Questi sono solo alcuni esempi dello stato in cui versano le vie di Roma. Eppure gli antichi Romani hanno costruito 5500 km di strade. E quelle fatte con i selci duravano millenni. Proprio come oggi. Quando appena finiti i lavori, già si apre una nuova buca. D’altronde la potenza di Roma duro’ oltre mille anni. E per l’amministrazione Raggi, è grasso che cola se si arriverà a cinque.
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