Nuovo Stadio della Roma a Pietralata: svolta o ennesimo rinvio? Ora decide il Campidoglio (e il tempo stringe)

Stadio della Roma

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Per il nuovo stadio della Roma a Pietralata la strada è ancora lunga, ma il passaggio che arriva adesso è politicamente decisivo: tocca al Campidoglio, e in particolare al Consiglio comunale, rimettere nero su bianco che l’opera è “di interesse pubblico”. Tradotto: non basta l’entusiasmo dei tifosi o la spinta del club, serve una scelta politica chiara. E quella scelta, a Roma, pesa perché divide e ricompone maggioranze, soprattutto quando entrano in gioco ambiente, quartieri e servizi.

Dentro la maggioranza: l’equilibrio tra stadio e sensibilità ambientale

Questo voto non nasce dal nulla: due anni fa l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia ha impostato una linea per evitare strappi nella maggioranza, soprattutto con chi teme un progetto troppo impattante sul verde e sulla vivibilità della zona. Il messaggio, in sostanza, è stato: “Ok al principio, ma poi vogliamo verifiche e garanzie quando il progetto sarà davvero definitivo”. È una strategia politica tipica romana: tenere insieme la coalizione oggi, rimandando la resa dei conti ai dettagli di domani.

Controlli e carte: cosa interessa davvero ai cittadini

Prima del via libera politico, il Comune deve controllare se la Roma ha recepito le indicazioni già arrivate in passato. Non è ancora il progetto finale, ma è un passaggio che conta perché chiarisce se ci sono gli elementi minimi per andare avanti senza inciampare subito. Ai cittadini, più che le sigle, interessano le conseguenze concrete: come si gestirà il traffico, dove finiranno le auto, quanto spazio verde resterà e che protezioni ci saranno per realtà sensibili come l’ospedale Pertini sul fronte rumore e impatto.

Il momento in cui si decide sul serio: la “conferenza” e i pareri vincolanti

Superata la fase politica, il vero bivio arriva quando verrà presentato il progetto definitivo e partirà la fase decisoria con tutti gli enti coinvolti. Qui non si gioca più solo di dichiarazioni: contano pareri tecnici che possono cambiare il progetto o imporre condizioni pesanti. È il tratto in cui spesso, a Roma, nascono i ritardi: se un pezzo non convince, si torna indietro. Ma è anche il punto in cui si capisce se lo stadio è davvero cantierabile o resta uno slogan buono per i comunicati.

Euro 2032 e commissario: accelerazione o altra attesa?

Sul tavolo c’è anche una variabile politica nazionale: la possibile nomina di un Commissario legato agli stadi di Uefa Euro 2032. In teoria potrebbe velocizzare le procedure, tagliare tempi e ridurre i passaggi a vuoto. In pratica, però, la nomina si trascina da mesi e il rischio è che arrivi tardi rispetto alle finestre utili. Se non ci sarà, la gestione resterà più “ordinaria” e quindi potenzialmente più lenta. E per un’opera così, la velocità non è un dettaglio: è parte della credibilità.

Tempi, ricorsi e ostacoli: perché la prima pietra non è dietro l’angolo

Sulle tempistiche regna l’incertezza. La Roma stima circa due anni di lavori una volta partiti i cantieri per completare stadio e opere connesse. Ma tra il dire e il fare c’è la Roma reale: possibili ricorsi dei comitati contrari, verifiche archeologiche, e il nodo alberi—tema esplosivo in una città dove ogni abbattimento diventa battaglia politica. È qui che si misurerà la forza del Campidoglio: tenere insieme sviluppo e tutele, senza trasformare Pietralata nell’ennesimo caso infinito.