Nuovo successo per il Bambino Gesù: un’eccellenza romana nata nel 1869

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Continuano i successi del Bambino Gesù di Roma. L’ospedale pediatrico della Capitale è da decenni un’eccellenza nazionale ed europea. Nuova speranza di cura infatti per la Rtd (Deficit da trasporto di riboflavina, la vitamina B2), una malattia genetica molto rara – sono 265 i casi conosciuti nel mondo – che paralizza progressivamente i motoneuroni compromettendo i movimenti, la parola, la deglutizione e il respiro. I ricercatori del Bambino Gesù, attraverso la produzione di cellule staminali pluripotenti indotte, hanno scoperto il difetto che manda in tilt le cellule malate. E hanno individuato un farmaco antiossidante che promette di restituire loro gran parte della funzionalità perduta.

I ricercatori del Bambino Gesù hanno fatto un’altra importante scoperta

Lo studio, condotto in collaborazione con l’associazione di pazienti Cure Rtd Foundation, è pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences. I ricercatori precisano che “prima di poter validare l’uso del farmaco in esame sui pazienti affetti da Rtd saranno necessari altri studi che ne confermino l’efficacia sugli organismi viventi e non solo sulle cellule danneggiate coltivate in vitro”. Tuttavia “lo studio apre prospettive molto incoraggianti per la cura di questa specifica malattia genetica neurodegenerativa” denominata anche sindrome di Brown Vialetto Van Laere (Bvvl).

L’istituto nacque da un’iniziativa privata

Il Bambino Gesù, che i romani conoscono bene, nacque nel lontano 1869, per volontà di una sola famiglia, la famiglia Salviati. La duchessa Arabella, moglie del duca Scipione Salviati, si rese conto che i bambini a quel tempo venivano ricoverati con gli adulti. E lanciò una fondazione per un’ospedale dei fanciulli. L’iniziativa fu sostenuta da tutta la famiglia e dai nobili romani, che vi contribuirono generosamente. L’attività iniziò nel cosiddetto orfanatriofio delle zoccolette, sulla riva sinistra del Tevere. I piccoli malati erano assistititi dalle Figlie della Carità di san Vincenzo de’ Paoli.

Anche la Spagnola tra le epidemie affrontate

A fine secolo, grazie anche all’intervento del comune, l’ospedale si era ingrandito, e poté affrontare le sfide del nuovo millennio, ossia il secolo scorso. Frattanto la domanda cresceva, l’ospedale si ingrandiva, e sempore il comune organizzò una raccolta di fondi pubblica per aiutare l’ospedale. Nel 1904 per la prima volta un pontefice visitò l’istituto. papa Pio X. L’ospedale poi si trovò ad affrontare la Prima Guerra Mondiale e successivamente l’epidemia di febbre Spagnola. Oltre alle difficili epidemie di meningite, vaiolo, colera, difterite. Il modo come l’ospedale seppe affrontare queste situazioni portò su di esso l’attenzione del mondo scientifico e della comunità nazionale.

I Savoia donarono al Bambino Gesù un sanatorio marino

Nel 1920 i Savoia donarono all’istituti la colonia marina di Santa Marinella per i piccoli malati. Ma la preoccupazione della famigklia Salviati era per il futuro della struttura. Così, nel 1924, donarono alla Santa Sede tutto quanto, e dopo oltre mezzo secolo finì lìepoca pionieristica del Bambino Gesù e iniziò quella istituzionale che prosegue ancora oggi con grandissimo successo. Il Bambino Gesù sorge su territorio extraterritoriale ed è soggetto alla giurisdizione vaticana in tutto e per tutto.