Oggi la Giornata mondiale dell’Infermiere: 87 vittime e oltre centomila contagiati

infermieri santa maria goretti
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Dall’inizio della pandemia sono 87 gli infermieri morti per Covid-19, di cui 6 per suicidio, e oltre 100mila quelli contagiati. E nonostante i vaccini, “siamo lontani dal poter considerare fuori pericolo i nostri professionisti della sanità che da oltre un anno combattono come soldati al fronte”. A riferire quello che è ancora un bollettino di guerra è il presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, Antonio De Palma, che sottolinea i nodi ancora irrisolti e il necessario rilancio della professione, alla vigilia della Giornata mondiale dell’infermiere, che ricorre oggi.

L’infermiere non si è mai risparmiato

“Dietro a tutto quello che è accaduto in questo ultimo anno – afferma – ci sono, indiscutibilmente, la disorganizzazione di strutture vetuste e impreparate all’emergenza. Nonché la mancanza di tutele, soprattutto in fase iniziale, nei confronti di chi non si è mai risparmiato per salvare la vita dei malati. Stiamo parlando di carenze croniche, in un sistema sanitario già febbricitante, laddove il Covid non ha fatto altro che mettere a nudo le già note fragilità strutturali”.

Sistema sanitario da rilanciare

Dunque tema caldo del 2021, secondo De Palma, è quello della “ricostruzione, dalle basi, del rapporto del professionista con la comunità in cui opera. Non solo nella realtà ospedaliera, rafforzando la sanità territoriale con formazione, aggiornamento, figure sempre più specifiche e idonee per supportare la comunità a 360 gradi, snellire i ricoveri, migliorare l’assistenza domiciliare. In questo senso – afferma il presidente di Nursing Up – saranno fondamentali le nuove risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) del governo Draghi”.

L’infermiere dve essere sempre più specializzato

E ancora: “le Regioni devono avere il coraggio di assumere. Occorre una forte linea di congiunzione tra sanità pubblica e privata, occorre finalmente partire con le assunzioni dell’infermiere di famiglia. Il perno della nuova sanità territoriale – sostiene – sarà sempre di più un infermiere che viene da un solido percorso di studio, accompagnato da un tirocinio adeguato, un infermiere sempre più specializzato per la cura delle patologie dei soggetti fragili.

Un infermiere che deve anche sostenere il cittadino, informarlo e non solo curarlo secondo le competenze, permettergli di non arrivare a un ricovero, se davvero indispensabile, in condizioni già complesse da curare, come accaduto in numerose realtà regionali durante il Covid”, conclude.

Un premio dal San Giovanni per le infermiere e gli infermieri

E si apprende che c’è un premio dedicato agli infermieri e agli operatori socio sanitari che si sono distinti nel corso dell’anno per la loro professionalità e umanità. A istituirlo, in occasione della  Giornata internazionale dell’infermiere, è l’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma. Questa prima edizione sarà dedicata a tre infermieri dell’ospedale romano vittime del Covid. Alla loro memoria si svolgerà oggi, alle 16.30 in Sala D’Elia, una cerimonia alla presenza dei familiari e dei colleghi. A premiare sarà il direttore generale, Tiziana Frittelli.

Dobbiamo tutti molto alla figura dell’infermiere

“Dobbiamo molto ai nostri infermieri e a tutti gli operatori sanitari. A loro – sottolinea la Dg Frittelli – va un grazie per la dedizione, l’impegno straordinario nei giorni più difficili. Il premio che la nostra azienda ha deciso di istituire, quest’anno alla prima edizione, va proprio in questa direzione. Ovvero celebrare la testimonianza, il lavoro svolto da uomini e donne in prima linea per il bene comune che è la tutela della salute dei cittadini”.