Olanda, dopo il trionfo della destra di Wilders adesso a Bruxelles è incubo “Ne-xit”

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Con l’ampia vittoria alle elezioni politiche nei Paesi Bassi di Geert Wilders, il leader e fondatore del Partito per le Libertà (Pvv), a Bruxelles arriva l’incubo “Ne-xit”, la possibile uscita dell’Olanda dall’Unione Europea. L’Ue, tuttavia, non vuole credere a questa possibilità nonostante il partito di estrema destra Partij voor de Vrijheid abbia nel suo programma quello di sottoporre a un referendum l’idea di una “Ne-xit” e oggi lo stesso Wilders non lo ha escluso anche se non lo ha annunciato tra le priorità. “Non commentiamo mai i risultati elettorali nazionali. I Paesi Bassi – ha spiegato il portavoce capo della Commissione Europea Eric Mamer, sono un membro fondatore dell’Ue, un membro molto forte dell’Unione.

La Ue ricorda che l’Olanda è membro fondatore dell’Unione

Le elezioni hanno luogo a intervalli regolari negli Stati membri, questo di per sé non mette in dubbio in alcun modo la permanenza di alcun Paese nell’Ue. Continuiamo a contare sulla forte partecipazione dei Paesi Bassi all’Unione Europea, ovviamente”. Nonostante i 37 seggi ottenuti da Wilders, il leader del partito di estrema destra dovrà stringere delle alleanze se vorrà governare il Paese e i negoziati si annunciano lunghi. “Molto dipenderà da quello che vogliono fare il terzo e il quarto partito in ordine di risultati ottenuti, rispettivamente i liberali del Vvd guidati da Yeşilgöz-Zegerius (25 seggi, 10 in meno rispetto alle elezioni del 2021, ndr) e Nuovo Contratto sociale di Pieter Omtzigt (fondato ad agosto si è aggiudicato 20 seggi, ndr).

Ora Wilders dovrà accorsarsi con gli altri partiti

Se Wilders vorrà governare dovrà convincere loro, dovrà capire cosa vogliono fare”, per raggiungere la maggioranza dei 76 seggi ha bisogno del loro appoggio, ha spiegato all’Adnkronos Maarten Van Aaldaren, corrispondente in Italia dell’olandese “De Telegraaf”. Il partito dei laburisti-verdi GroenLinks-Pvda di Frans Timmermans che si è aggiudicato il secondo posto con 25 seggi intanto ha escluso la possibilità di una coalizione con il leader del Pvv”. Ma per trovare una accordo con Wilders gli altri partiti dovranno scendere a patti con un programma particolarmente estremo. Commentando la vittoria Wilders sottolineava la necessità di “riprendere il controllo del Paese”: “Lo tsunami dell’asilo politico deve essere fermato”.

Argine all’immigrazione e basta armi all’Ucraina

Una cosa è certa, un Wilders premier potrebbe avere delle ripercussioni anche a livello europeo: oltre alla sua politica anti – immigrazione si oppone alla consegna di armi all’Ucraina e nel programma del suo partito è ostile alla politica climatica e continua a parlare di un possibile referendum per un “Nexit”. “Sono stufo di come sono andate le cose negli ultimi anni. Vogliamo una politica d’asilo più severa”, ha spiegato oggi parlando con i giornalisti. Il leader dell’estrema destra non esclude di proporre appunto un referendum per capire se i Paesi Bassi dovranno lasciare l’Ue o meno “ma la prima cosa è una restrizione significativa all’asilo e all’immigrazione”, ha detto Wilders.