Omicidio Cerciello Rega, il piagnisteo di Hjorth: “Mi hanno trattato da terrorista”

Hjorth

“Per quella foto ho provato vergogna, dispiacere e senso di impotenza. Mi hanno mostrato come un terrorista, cosa che non sono. Non sono una persona violenta che oppone resistenza”. Lo ha detto Christian Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani condannati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega ucciso il 26 luglio del 2019 , sentito come parte offesa nel processo che vede imputato Silvio Pellegrini, il militare accusato di aver scattato la foto dell’americano mentre era bendato nella caserma di via in Selci a Roma e averla poi diffusa in un gruppo whatsapp.

Nel procedimento Pellegrini è imputato per abuso d’ufficio e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

Natale Hjorth in aula, rispondendo alle domande del suo legale, l’avvocato Fabio Alonzi, ha ricostruito le fasi del fermo in albergo con l’arrivo dei carabinieri e il trasferimento nella caserma di via In Selci. “In quei momenti non ho tentato di colpire nessun carabiniere e non ho mai cercato di farmi del male. Eseguivo sempre gli ordini che mi venivano dati. Secondo la mia sensazione sono stato bendato per mezz’ora e quando mi hanno tolto la benda ho visto davanti a me Andrea Varriale, il collega di Cerciello e altri carabinieri. Ho capito il motivo per cui ero stato fermato solo quando è arrivato il pm. Non immaginavo che un uomo avesse perso la vita”.