L’omofobo arrogante si chiama Enrico Letta col capolavoro Zan
Capolavoro rosso: con la legge Zan un Enrico Letta arrogante ha umiliato chi diceva di voler difendere.
Il segretario del Pd ha scelto la strada dello scontro e ha perso malamente. Ha illuso i suoi che al Senato ci fossero i numeri e ha preso una musata terribile.
Come ha perso l’arrogante Letta
È stato l’atteggiamento della sinistra ad affossare una legge che non stava in piedi. Era contestata anche da ambienti legati alla stessa sinistra, al mondo femministe e se si consente anche al centrodestra che ha combattuto e vinto una battaglia senza arrendersi mai.
Con la costante opera di mediazione tentata da presidente leghista della commissione giustizia Andrea Ostellari si è tentata la strada della modifica legislativa a norme che non potevano andar bene. Dall’identità di genere al diritto di opinione per finire alla pretesa sulle scuole, la proposta Zan non si limitava a tutelare le persone omosessuali, ma voleva andare davvero oltre. Il voto segreto del Senato ha chiarito che non c’è una maggioranza su tesi estremiste.
La ragionevolezza di Salvini
E ha fatto bene Matteo Salvini a dire, subito dopo il voto, che una legge ci vuole e si può approvare ma senza le esagerazioni che voleva imporre la sinistra.
Ora, se vuole, Enrico Letta può cessare di essere arrogante e discutere norme migliori. Ma deve calare la boria che lo ha caratterizzato finora. Anche perché viene il dubbio che sapesse esattamente come sarebbe finita e per questo aveva chiesto di non votare la legge Zan prima delle elezioni amministrative. Forse il vero omofobo politico ce l’ha il Pd alla sua guida. Letta ha giocato sulla pelle di chi diceva di voler tutelare. Se continua così lo rimandano subito a Parigi.
Anche loro si devono dare una regolata. Aver vinto le elezioni amministrative non significa comandare l’Italia. E semmai hanno ricevuto dal Centrodestra – unito – una severa lezione di politica.