Operazione Alta marea, scacco matto ai ‘narcos’ a Dragona

L’operazione in codice ha preso il nome di Alta marea. Anche se non ha nulla a che vedere con l’omonima canzone di Antonello Venditti. Ma piuttosto con la lotta alla criminalità organizzata. Contro la quale le Forze dell’Ordine hanno compiuto un blitz decisivo nelle prime ore della mattinata. Sgominando una vera e propria base operativa dei ‘narcos’ attivi  nel quartiere romano di Dragona, zona periferica del Municipio X. E spiccando mandati di arresto per ben 17 persone, alcune delle quali sarebbero ancora irreperibili. Tutta la vicenda prende le mosse almeno due anni fa, in seguito a un episodio che fece molto scalpore. Una sparatoria in piena regola davanti al locale Grease, sempre a Dragoncello. Di proprietà di Daniele Cossiga, 39 enne romano che è stato arrestato come astro emergente del crimine legato allo spaccio. Nel litorale e nelle periferie dell’hinterland.

In seguito a quel conflitto a fuoco finirono in manette in sei, ma sempre secondo gli inquirenti cambiarono gli equilibri in zona. Con lo stesso Cossiga che scalava le posizioni di vertice, scalzando altre famiglie come i Samguedolce e i Costagliola. Riuscendo a guidare i traffici illeciti di droga anche dal carcere. Si tratterebbe di grandi quantità di stupefacenti, visto che lo stesso giovane boss all’atto del suo arresto nell’ottobre del 2018 era stato sorpreso con quasi 500 chili di hashish. Acquistato tramite i buoni rapporti con la criminalità albanese. Ma ora sembra davvero che questa ramificata organizzazione criminale abbia subito un colpo durissimo. E speriamo definitivo.

Alta marea spazza via la droga dal litorale. Le basi in due locali tra Dragona e Dragoncello

Le basi dei narcotrafficanti erano ben camuffate all’interno di due locali. Usati come coperture. La prima di queste, quella del Grease era però saltata nel 2018. Quando proprio la’ davanti esplose addirittura un conflitto a fuoco. La seconda sarebbe stata all’interno di un bar, l’ Oly&Ste, sempre a Dragoncello. Gestito dalla moglie del boss Daniele Cossiga e dal fratello. Insieme ad altri personaggi della mala romana, tra i quali un ex dipendente Ama. Nome in codice, ‘Titti’. Qui le Forze dell’ordine hanno rinvenuto altri chili di droga, oltre a un fucile Smith&Wesson. Che sarebbe anch’esso appartenuto al Cossiga. Peraltro non si sarebbe trattato dell’unica arma in circolazione, perché un revolver della stessa marca è stato sequestrato in un appartamento di un terzo soggetto. Che avrebbe ammesso di custodire la pistola in attesa che potesse servire. Come risulterebbe da alcune intercettazioni telefoniche, dove il leader della banda chiede di poter accedere all’appartamento per recuperare il ‘ferro’.

Insomma, tra ramificazioni con la criminalità nostrana e con la mafia albanese il gruppo guidato da Daniele Cossiga rappresentava una grave minaccia per la sicurezza e l’ordine pubblico in città e lungo un’ampia fascia del litorale. E con gli arresti di oggi sembra aver subito un colpo decisivo.

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