Ora c’è il pasticciaccio Napolitano Coppi. Ma tacciono tutti

Napolitano Coppi

Sul citofono dello studio Coppi le impronte di Napolitano non ci sono. Perché quando si muove il Capo dello Stato ci sono i reggicoda in guanti bianchi. E poi se la missione è spericolata meglio non lasciare traccia. Poi però non ti lamentare se le trova Augusto Minzolini

Viale Bruno Buozzi, Parioli, tanti anni fa. Ma la polvere delle auto di scorta deve esserci ancora, posata sul marciapiede. In quell’ufficio mise piede Giorgio Napolitano, era presidente della Repubblica. Nel racconto che ha fatto ieri Augusto Minzolini sulla prima del Giornale, chi ha senso delle istituzioni dovrebbe vivere malissimo quello che abbiamo letto. Si vede che lo hanno in pochi, a giudicare dal silenzio della politica e soprattutto del diretto interessato. Il Capo dello Stato che non bisognava vilipendere mai. Come Petrus.

Silenzio testuale anche dopo il tweet che accompagna il retroscena svelato da Minzolini.

Roba incredibile. Soprattutto perché nessuno smentisce l’articolo. Non lo fa Napolitano né alcuno dei suoi cortigiani in circolazione, si incarica di farlo  il professor Coppi, trovando però la conferma di Minzolini. Che già ne avevo scritto sotto pseudonimo su Panorama nel febbraio 2018. Senza obiezioni. E lo studio Coppi è proprio in via Bozzi.

Si racconta di un Presidente che scende dal Colle e va in berlina presidenziale presso lo studio di uno dei più grandi penalisti italiani. A “trattare la grazia”. “La firmo se lascia la politica”.

Si può scrivere che se è vero si trattò di un vergognoso ricatto senza incorrere nel postvilipendio? Poi dici che non ti sorprendono le dichiarazioni rilasciate dal giudice della Cassazione. “Costretti a condannare Berlusconi”.

E ancora poi vedi quello che succede nei Palazzi di Giustizia, l’inquinamento morale e mediatico del circo messo in piedi, le campagne ad hoc contro il Centrodestra e chi lo guidava. E magari contro chi lo guida adesso. Tanti piccoli Palamara.

Ci auguriamo che il silenzio cessi da stamane. Che chi ha responsabilità politiche prenda posizione. E chiami a rendere conto lo stesso Napolitano di un vero e proprio scandalo politico. La grazia per farlo ritirare dalla politica: ma in quale paese sudamericano ci hanno fatto vivere questi signori?

Urge una risposta immediata, solare, trasparente. Non pretendiamo onestà. Ci basta la verità. Non si tiri in ballo l’età dell’ex inquilino del Quirinale perché anche Berlusconi ha i suoi anni ma abbiamo il diritto di sapere come è stato possibile un trattamento del genere.

La ferita fu alla democrazia italiana. Prima con un processo per il quale si confermano tanti dubbi. Poi con una detenzione mortificante a Cesano Boscone. E infine con la “trattativa” tra grazia e politica. È francamente troppo. Troppo disgustoso.