Ostia abbandonata, appello di Giustizia X Ostia al Prefetto: “Non possiamo vivere ostaggi dell’illegalità”

Aggressioni, risse, esplosioni notturne, spaccio a cielo aperto e persino tentativi di adescamento di minori. Episodi che avvengono sotto gli occhi delle famiglie e dei bambini, spesso in pieno giorno, e che stanno trasformando il litorale romano in un far west senza regole. È questa la fotografia di Ostia oggi, in particolare dell’ex colonia Vittorio Emanuele, diventata epicentro di violenza e degrado. Non si tratta più di casi isolati: i residenti parlano di una vera e propria emergenza quotidiana, che mina la percezione di sicurezza e logora il tessuto sociale. Una spirale che sembra senza fine, mentre lo Stato – accusano in molti – resta a guardare.
A rompere il silenzio ilpresidente dell’associazione Giustizia X Ostia, che lancia un appello diretto al prefetto di Roma, Lamberto Giannini: “Basta esplosioni, incendi dolosi, risse e criminalità. Ostia non può essere lasciata in balia dell’illegalità”.

Più forze dell’ordine e un piano straordinario
L’associazione ha messo nero su bianco alcune richieste precise, giudicate ormai indifferibili: presenza fissa di polizia o carabinieri davanti all’ex Vittorio Emanuele; pattugliamenti rafforzati, soprattutto nelle ore serali e nei weekend, lungo il lungomare più critico; un piano straordinario di sicurezza per l’intero litorale di Ostia, da anni segnato da abbandono e marginalità. L’obiettivo è proteggere i cittadini, ma anche rilanciare un territorio che non vuole più essere sinonimo di cronaca nera e degrado, bensì di turismo, commercio e cultura.
Dalla fiaccolata alla class action: Ostia non ci sta più
L’appello arriva a tre mesi dalla grande mobilitazione di piazza Anco Marzio, quando circa mille cittadini scesero in strada con un sit-in e una fiaccolata. Allora il messaggio era già chiaro: “Ostia non ci sta più a pagare per gli altri”. Non mancavano le accuse alle istituzioni per anni di provvedimenti punitivi, come il commissariamento del X Municipio, considerato da molti una misura sproporzionata e stigmatizzante. Non a caso, le parole dell’ex prefetto Franco Gabrielli – che definì quel commissariamento una “mezza supercazzola” – riaccesero la rabbia popolare, alimentando il sospetto che Ostia fosse stata usata come capro espiatorio politico.
Una comunità che chiede rispetto
La nascita di Giustizia X Ostia è il segno che i cittadini non intendono più subire promesse mancate. “Siamo una comunità di brave persone che chiede rispetto”, ripetono gli attivisti. E il rispetto passa da scelte concrete: una presenza forte dello Stato, un rilancio del turismo e del commercio, interventi sul decoro urbano. Ostia non è solo mafia e criminalità, come spesso viene raccontata, ma anche una terra ricca di storia, cultura e famiglie oneste che chiedono solo di vivere in un ambiente sicuro. Il grido dal litorale romano non può più essere ignorato, la sicurezza non è un privilegio, ma un diritto fondamentale.




















